Ascom e Confesercenti, le reazioni all’ordinanza

Per Fabio Lunghi di Ascom "servono più educazione e informazione". Per Angelo Griggi di Confesercenti "è un dispositivo inutile, un doppione solo per fare cassa"

Le reazioni all’ordinanza emessa dal Comune contro il consumo di alcol per strada e per vietare di bere ai minorenni non si fanno attendere. Per Fabio Lunghi di Ascom Gallarate per una valutazione generale è presto, ma «con il buon senso del padre di famiglia credo si possa essere d’accordo con il divieto di bere per strada – spiega -. Ordinanza non educa, proibisce: in questo senso si può fare molto di più e credo che arriveranno nuove iniziative, ne stiamo parlando. Gli esercenti si adegueranno, hanno tutti testa e criterio». Decisamente critico Angelo Griggi, delegato di Confesercenti di Gallarate: «Così non serve a nulla – spiega -. C’è già una legge nazionale che vieta di vendere alcolici ai minorenni, questa ordinanza è un mero doppione, sembra un’iniziativa escogitata solo per fare cassa. Servirebbero riunioni, bisognerebbe coinvolgere i genitori, le parrocchie, le scuole: non basta dare in mano ai ragazzi 50 euro e aspettare che tornino a casa. Informare ed educare seriamente: non servono le etichette tipo “bevi responsabilmente”. Come per il fumo, i divieti portano ad un consumo maggiore. Adeguarsi alle norme? Di regola è facile, ma noi non possiamo chiedere le carte d’identità – continua Griggi, proprietario del bar Irma -. Non siamo pubblici ufficiali, non possiamo fare controlli che non ci competono: i ragazzi di oggi sono difficili da inquadrare, un quindicenne non è molto diverso ad un diciottenne. Le scappatoie se vogliono le trovano, controllare i rivenditori cinesi o pakistani non è così facile. Il proibizionismo non paga».

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Pubblicato il 30 Luglio 2009
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