L’ombra di mafia, ‘ndrangheta e camorra sul Legnanese: “Non voltiamoci dall’altra parte”
La riflessione delle amministrazioni comunali dopo che dall'ultima inchiesta della DDA è emerso che mafia, 'ndrangheta e camorra si incontravano a Dairago e Busto Garolfo

Mafia, ‘ndrangheta e camorra si incontravano a Dairago e Busto Garolfo. L’ombra della criminalità organizzata si allunga – e non è una novità – anche sul Legnanese nelle 5mila pagine dell’ultima inchiesta portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano sul potere mafioso in Lombardia, che riaccende i riflettori sul ruolo della locale che dagli anni ’90, con un continuo ricambio generazionale, ha operato nella zona tra Lonate e Legnano. E impone, inevitabilmente, una riflessione anche da parte delle amministrazioni comunali.
«La presenza delle organizzazioni criminali nei nostri territori è un fenomeno di cui si è a conoscenza da tempo: voltarsi dall’altra parte, ignorarlo è una scelta sbagliata – sottolinea il sindaco di Dairago Paola Rolfi -. Occorre maggiore consapevolezza. Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura. Se le notizie emersa dagli organi di stampa, di una sorta di “collaborazione” tra diverse organizzazioni criminali, fosse confermata è sicuramente un ulteriore elemento di preoccupazione, un elemento a cui aveva già accennato il magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia, Alessandra Cerretti, in occasione dell’incontro della Carovana Antimafia tenutosi lo scorso 6 ottobre a Busto Garolfo».
«Le notizie apprese dalla stampa colpiscono e preoccupano tutti noi – aggiunge la prima cittadina di Busto Garolfo Susanna Biondi -. Ormai da tempo siamo informati che la criminalità mafiosa si è sviluppata in Lombardia e in territori vivaci dal punto di vista economico e finanziario come il nostro, ma quando si scopre che frequentano proprio il tuo paese, con nomi e luoghi, l’impatto é ben più forte e inquietante. Se da una parte é rassicurante constatare la qualità e l’efficacia delle indagini svolte e delle azioni di contrasto alla criminalità mafiosa portate avanti dalle forze dell’ordine, dall’altra si impone una riflessione sull’utilità di una formazione adeguata e diffusa a ampi livelli che ci consenta di cogliere i segnali della presenza mafiosa e di condividerli con le competenti figure preposte. Inoltre dobbiamo continuare a lavorare sull’educazione alla legalità per costruire una società consapevole che si opponga convintamente, anche nelle situazioni del vivere quotidiano, a quelle inaccettabile modalità».
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