Csm, Napolitano respinge le dimissioni
Il Presidente della Repubblica ha respinto le richieste di Giuseppe Maria Berruti, Vincenzo Maria Siniscalchi e Vincenza Maccora che le avevano presentate in polemica con il Guardasigilli Angelino Alfano
Respinte le dimissione dei tre componenti del Csm che le avevano presentate in polemica con il Guardasigilli Angelino Alfano che aveva parlato di «eccessiva lottizzazione» delle nomine fra le correnti. Il Presidente della Repubblica ha respinto le richieste di Giuseppe Maria Berruti, Vincenzo Maria Siniscalchi e Vincenza Maccora, tutti ex presidenti della V Commissione deputata alle nomine nella magistratura.
Tutte le scelte che competono al Consiglio Superiore della Magistratura "vengano compiute senza essere condizionate da logiche di appartenenza correntizia", afferma Napolitano esprimendo "rinnovata fiducia" nell’impegno del Csm e delle sue Commissioni su questo punto.
"Polemiche indiscriminate circa i criteri in base ai quali il Csm ha proceduto, in attuazione delle nuove e più impegnative disposizioni di legge, alla nomina di un gran numero di dirigenti degli uffici giudiziari – si legge ancora nella nota del Quirinale – possono creare nei confronti di questi ultimi un clima di ingiusta delegittimazione, demotivandone l’impegno. Una pacata e puntuale riflessione critica sulle più corrette prassi da seguire in questa materia, è invece la sola strada per giungere a risultati positivi nell’interesse generale".
«Sui molteplici problemi relativi allo stato attuale dell’amministrazione della giustizia e alla sua riforma – prosegue la nota – si impone finalmente un franco e costruttivo confronto, nelle sedi appropriate, tra tutte le istanze istituzionali interessate, nel reciproco rispetto. Il libero scambio di opinioni, e l’espressione di divergenze sulle soluzioni da adottare – aggiunge il capo dello Stato – non dovrebbero dar luogo a contrapposizioni esasperate né interferire nella fase delle decisioni che spettano al Parlamento».
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