Cantiere sospeso, la ditta contrattacca: “Abbiamo il certificato antimafia”
Alessandra Martinez, socia al 52 per cento della ditta cha ha vinto l'appalto per riqualificazione di piazza Volta, la "La Porta srl", spiega le ragioni della società e contesta la sospensione del cantiere
«Siamo puliti, con la mafia non c’entriamo niente». Alessandra Martinez, titolare dell’impresa La Porta srl con l’altro socio Mario La Porta, respinge le accuse circolate a Samarate nelle ultime settimane e passa al contrattacco. La questione riguarda il cantiere per la riqualificazione della piazza di Verghera, un’opera nel complesso da 900 mila euro dei quali 537 mila circa affidati alla
ditta di Bareggio: i lavori sono fermi da quasi tre settimane e le voci, supportate da un volantino diffuso nella frazione dall’amministrazione comunale che parla di "sospensione a causa dell’intervento delle autorità superiori", hanno fatto il giro della città piombando anche nei corridoi del consiglio comunale. Voci incontrollate e spesso imprecise che la società di costruzioni (che ha cantieri pubblici in tante città e paesi dell’interland milanese e nel basso Varesotto) oggi spiega a VareseNews ricostruendo tempi e comunicazioni ricevute: «Per prima cosa nessuno ha mai parlato di mafia esplicitamente. La riservata amministrativa spedita a inizio febbraio dalla Prefettura di Varese a tutti i Comuni nei quali abbiamo opere in corso parla di “presupposti che lasciano supporre collegamenti tra la società e la criminalità organizzata” – spiega Alessandra Martinez, socia al 52 per cento della La Porta srl -. Lo scopo della nota sarebbe quello di informare gli enti “nell’ottica di una piena collaborazione”, senza valore interdittivo e senza che sia specificato nessun episodio particolare o preciso momento di un nostro contatto con la criminalità organizzata. Non abbiamo nessun tipo di riferimento nè abbiamo mai ricevuto avvisi di garanzia: subito abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica dichiarando la nostra estraneità ai fatti e contemporaneamente un ricorso al Tar per sospendere e annullare l’informativa della Prefettura. Nessun socio o amministratore della ditta ha carichi pendenti: partecipiamo da sempre a gare pubbliche e siamo sereni al punto da potervi partecipare anche domani. Abbiamo presentato al sindaco in data 6 marzo il certificato antimafia rilasciato dalla Camera di Commercio il 27 febbraio 2009 e ne abbiamo un altro datato marzo 2009. Inoltre gli abbiamo presentato i casellari giudiziari e i carichi pendenti di soci e amministratori, tutti puliti: le uniche pendenze
sono legate a infortuni sul lavoro o vertenze fiscali a carico di vecchi amministratori che non operano più con l’azienda». Il Comune di Samarate ha però deciso di sospendere il cantiere in attesa di chiarimenti: «Una decisione affrettata – prosegue Martinez -. Ripeto che la nota della Prefettura non sanciva la chiusura del cantiere, tant’è che Samarate è l’unico Comune ad aver preso un provvedimento del genere. I nostri supposti problemi in un altro cantiere sono già stati risolti: si tratta di un lavoro a Saronno per il quale i carabinieri hanno trovato irregolarità in merito alla sicurezza sul lavoro, multando noi e il Comune per 19 mila euro a testa. Una situazione già sanata. Giovedì 19 marzo ci sarà l’udienza al Tar e sapremo le motivazioni che hanno spinto la Prefettura ad inviare quell’informativa: se non sarà così, ci muoveremo con un’azione risarcitoria per tutelare la nostra onorabilità e il lavoro dei 55 dipendenti di questa azienda, alcuni dei quali sono con noi da trent’anni. Il cantiere di Samarate è un’importante risorsa per noi, perderlo in seguito ad un’accusa vaga, generica e non veritiera sarebbe un danno incalcolabile».


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