Galante presenta il VI Nazioni: “Bergamasco ci stupirà”
Il giocatore di Malnate spera in una nuova chiamata di Mallett e ci parla del torneo che scatta sabato 7 con Inghilterra-Italia. «Essere lì è un'emozione unica»
Scatta sabato 7 il VI Nazioni e per l’Italia si tratta della decima partecipazione al torneo di rugby più antico e famoso del mondo. Il primo impegno per gli azzurri è di quelli da far tremare le vene ai polsi: il XV di Mallett giocherà con inizio alle 16 a Twickenham contro l’Inghilterra, squadra mai battuta dalla nostra nazionale. A osservare con grande attenzione quello che accadrà in campo ci sarà anche uno spettatore speciale: parliamo di Alessio Galante, il 25enne trequarti di Malnate che ha all’attivo due caps in azzurro e tre chiamate in partite del VI Nazioni 2008 quando però è sempre rimasto in tribuna. Alessio rimane il punto di riferimento varesino per il rugby di alto livello visto che gioca in Super 10 con la maglia del Gran Parma: per questo lo abbiamo sentito in occasione dell’avvio del grande torneo annuale.
Riparte il VI Nazioni ma lei non è tra i convocati. Come mai?
«Abbiamo svolto alcuni test a dicembre dopo i quali non sono stato incluso nella lista dei 30 di Mallett. D’altra parte sono arrivato a quell’appuntamento con qualche strascico di infortuni precedenti quindi non sono stato valutato al top della forma».
Il suo obiettivo però è quello di tornare in Nazionale.
«Certamente: anzitutto dovrei giocare con la maglia della Nazionale A (la seconda selezione azzurra) ma la meta è quella di tornare con la squadra di Mallett. Io continuo a lavorare duramente con il mio club in attesa di avere una possibilità; in caso di chiamata mi farò trovare pronto. La convocazione per l’Italia è sempre nella mia testa, ve lo assicuro».
L’anno scorso partecipò a tre raduni prepartita ma rimase in tribuna. Che sensazioni si porta nel cuore da quell’esperienza?
«Andare in tribuna in Galles e Francia e al Flaminio contro la Scozia, quando vincemmo fu un’emozione che mi porterò sempre dentro. La sensazione è molto bella anche perché la partita si vive in modo differente dagli altri spettatori, dopo aver preparato il match con i compagni. Certo, rimane anche un pizzico di sana "rabbia", per non poter sfogare in campo tutta l’adrenalina accumulata. Esordire sarebbe stato il massimo, ma resto fiducioso per il futuro».
Parliamo dell’Italia: che squadra si aspetta?
«Mallett ha avuto un anno in più per lavorare alla fisionomia della nazionale e credo che in questa edizione del VI Nazioni si potranno vedere i frutti di questo lavoro. La novità maggiore è Mauro Bergamasco in posizione di mediano di mischia e io credo che ci stupirà. Mauro è un giocatore straordinario e completo, che può fare bene in ogni ruolo. Certo, potrebbe pagare un po’ l’inesperienza in quella posizione ma sono convinto che farà molto bene.
Subito un osso duro: l’Inghilterra fuori casa.
«È vero, ma in un torneo del genere non esiste alcuna partita facile; a questo livello un’avversaria vale l’altra. Quest’anno avremo una trasferta in più del 2008 e questo rende ancora più duro il VI Nazioni, però nella passata stagione abbiamo giocato bene in diverse occasioni oltre alla vittoria con la Scozia. Mi raccomando comunque: sabato tutti davanti alla tv a tifare Italia».
Chiudiamo con due curiosità. Che ne dice del Varese capolista in Serie C Elite?
«Purtroppo lo seguo poco perché mio fratello quest’anno ha scelto di arbitrare e non veste la maglia biancorossa. Però sono contento della classifica e spero che il Varese continui così: bisogna tornare in B al più presto».
La seconda: dove si trovano le maglie azzurre originali delle due partite che ha disputato in nazionale?
«La prima indossata contro l’Uruguay è come da tradizione nel club della società di appartenenza, quindi a Parma. Quella da titolare che avevo contro l’Argentina invece è a casa dei miei genitori, incorniciata. In attesa di portarne un’altra, magari del VI Nazioni».
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