Cosa sta succedendo alla nostra società?
Alberto Introini, docente e giornalista già collaboratore di Varesenews con la rubrica poi diventata un libro intitolata “Il prof tra i banchi”, interviene cercando di rispondere alla domanda: cosa sta succedendo alla nostra società?

Un’analisi sui recenti episodi di violenza giovanile, che vedono coinvolti adolescenti e giovanissimi in diverse parti d’Italia. Alberto Introini, docente e giornalista già collaboratore di Varesenews con la rubrica poi diventata un libro intitolata “Il prof tra i banchi”, interviene cercando di rispondere alla domanda: cosa sta succedendo alla nostra società?
Ecco il pensiero del prof Alberto Introini
Sono in atto dei cambiamenti evidenti negli ultimi 10-15 anni. Innanzitutto, molte più donne lavorano: è un bene nel complesso, ma significa meno tempo da dedicare alla famiglia. Poi, non è da trascurare il fatto che sono venute meno alcune comunità educative tradizionali: sempre più famiglie, infatti, decidono di non far frequentare il catechismo e l’oratorio ai propri figli. Comunque la si pensi, erano luoghi e ambienti protetti, di crescita guidata. Infine, il dilagare di internet e dei social media.
I dispositivi elettronici sono ormai una delle dipendenze più silenziose, ma tra le più distruttive. I vari TikTok, Instagram e YouTube stanno letteralmente fagocitando le vite dei nostri adolescenti, depotenziando il loro bagaglio cognitivo, oltre che la loro creatività. Alimentano, invece, stress e invidia.
Alla scuola non si può più chiedere oltre, sta già facendo più del dovuto. L’unica via che vedo è quella indicata anche da altri pedagogisti, come Alberto Pellai, Daniele Novara, Paolo Crepet. Serve un patto tra le famiglie, che devono collaborare a un obiettivo comune: una crescita sana dei propri figli. So che sembra banale, ma i genitori devono tornare a fare i genitori.
1. Devono dedicare più tempo, o quantomeno più attenzione, ai propri figli; devono ascoltarli di più…Ma non per stare dalla loro parte, semplicemente per stare con loro.
2. Devono avere il coraggio di limitare, se non eliminare, l’uso dei dispositivi elettronici almeno fino ai 14 anni. Don Bosco diceva che “l’educazione è cosa di cuore”, ma “educare” ci chiama continuamente a una sfida che ci costa anche fatica. Bisogna fare scelte impopolari, bisogna essere disposti come genitori anche a essere odiati temporaneamente dai figli. Smettiamola di voler essere amici dei nostri figli.
3. Devono fargli fare sport…meglio se uno sport di squadra, ma in ogni caso qualsiasi sport andrà comunque bene. Fare sport – oltre ad essere importante pet il benessere psico-fisico – tiene impegnati i bambini in modo sano, li educa alle regole, al rispetto degli altri; e di solito è fonte di gioia e divertimento.
A cura di Alberto Introini
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