Aperti i campionati mondiali di ciclismo tra sogni e ricordi
Oltre quindici mila gli spettatori che hanno partecipato alla cerimonia d’apertura dei campionati mondiali di ciclismo. Un lungo emozionante spettacolo che ha lasciato tutti estasiati
Varese ha risposto con entusiasmo all’apertura dei suoi mondiali. Allettati da un programma inaugurale quasi “olimpico” (lo Studio Festi firmò anche parte dell’apertura di Torino 2006), a migliaia si sono dati appuntamento al Cycling Stadium: 15 mila
sono stati i fortunati spettatori che, assiepati fuori dagli ingressi fin dalle 18, hanno atteso pazientemente l’apertura dei cancelli, hanno occupato con ordine i posti disponibili tra gradi misure di sicurezza e hanno atteso a lungo. Verso le 22, dopo aver ripercorso le storie dei campioni italiani, le gesta dei ciclisti locali e imparato a conoscere i nuovi campioni, lo spettacolo è entrato nel vivo con un viaggio nel mondo onirico e immaginifico offerto da Valerio Festi e Monica Maimone.
Una carrellata di immagini del Varesotto, dei suoi colori e profumi, delle sue tradizioni, del suo amore per lo sport, della sua capacità produttiva del suo cielo "così splendido, così in pace", come disse Alessandro Manzoni.
Oltre 180 protagonisti hanno dato vita allo spettacolo che ha aperto ufficialmente i campionato del mondo d ciclismo: da Pim Girometta a Memo Remigi che ha cantato l’inno mondiale “Varese Va”, ai 150 piccoli ciclisti, alle bandiere delle nazioni rappresentate fino ai grandi campioni del passato: Baldini, Adorni, Gimondi, Moser, Bugno, Cipollini che hanno portato la bandiera dell’Uci.
Ad aprire ufficialmente i campionati sono stati il patron del COL Amedeo Colombo, il Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni e il presidente internazionale dell’Uci Pat McQuaid che ha parlato della perfetta organizzazione augurandosi un campionato avvincente per ridare vitalità ad uno sport che sta attraversando un periodo difficile.
Dalle parole alle immagini, con i quadri immaginifici dei Festi: speldidi ballerini e tecnici operfetti hanno parlato di laghi e sirene, di sagre e di fuoco, di giardini e colline, di sport e operosità. Il tutto snocciolato in una magina atmosfera fatta di gnomi e fate, di angeli e visioni.
Un lungo applauso ha salutato le palle giganti e le fate appese comparse sul finale. Nonostante il freddo e l’ora tarda tutti sono rimasti a guardare gli artisti volteggiare.
I mondiali sono aperti, la parola passa alla strada.
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