Non esistono ragazzi cattivi: la lezione di don Burgio e dei trapper venuti dal carcere

«Siete ragazzi che parlate poco, ma che attraverso la musica dite tutto, fino in fondo».
Al Ponti di Gallarate, al plesso di piazza Giovine Italia, protagonista del giorno è don Claudio Burgio, il cappellano del carcere Beccaria e della comunità Kayros.
Don Burgio porta l’esperienza in un ambiente duro e con storie difficili. Ma porta anche storie di riscatto, come quelle dei trapper che hanno saputo convertire la durezza della propria esperienza in canzoni che raccontano, condividono: tra i suoi ragazzi, in carcere prime e poi in comunità, aveva anche Baby Gang, «Zaccaria, partito da una situazione di povertà assoluta, dalle case popolari di Lecco».
«La prima volta che l’ho incontrato aveva le coperte tirate fino agli occhi, completamente chiuso». Il dialogo si crea nel tempo, fino a che Zaccaria Mouhib fa a don Burgio una proposta che diventa una scommessa: «Riuscirò a fare il cantante». E di fronte alle perplessità del cappellano («Pensiamo a un piano B, da proporre al giudice») il futuro Baby Gang ha chiesto una prova di fiducia in lui: «Se mi dici così non ti fidi e allora non ci sto».

Don Burgio ha accettato e cos’ dalla comunità Kayros è uscito Baby Gang, con il suo racconto sì anche duro ma che ha offerto a tanti ragazzi un esempio.
Tra i “ragazzi” di don Burgio c’è anche Samy, «in arte Sacky», che ha iniziato a fare trap durante i lockdown Covid, alla comunità Kayros. Anche lui ha una storia dura alle spalle, viene dal quadrilatero San Siro, uno dei quartieri più poveri di Milano, là dove «i quadrati formano un rombo» (la forma del quartiere detto appunto quadrilatero).
L’incontro con don Burgio – “non esistono ragazzi cattivi” – è stata anche franco con i ragazzi, con i rischi di scivolare nella criminalità: «Sapete qual è il primo reato tra gli adolescenti? Rapina. Spesso con un arma in mano, un coltello, Ma la presenza dell’arma rischia di trasformarsi in omicidio» ha spiegato il cappellano. «C’è in atto un rialzo del numero di omicidi commessi da adolescenti, 35 omicidi l’anno. Al Beccaria adesso è ne sono cinque. Uccidono perché hanno in mano il coltello, c’è il rischio di usarlo».
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