Dopo l’aumento dei salari, abbassiamo le tasse
Protesta di Fiom, Fim e Uilm. I delegati varesini volano nella Capitale dove si sta svolgendo la trattativa con Federmeccanica
Rinnovo del contratto, mercato del lavoro, aumento del salario e orario di lavoro. Questi i punti su cui Fiom, Fim e Uilm e Federmeccanica non hanno ancora trovato un accordo. Un braccio di ferro che va avanti da mesi e che è sfociato in una serie di scioperi. I metalmeccanici della provincia di Varese oltre a incrociare le braccia per otto ore hanno deciso di invadere l’autostrada all’altezza di Gallarate, forzando il cordone delle forze dell’ordine e bloccando il senso di marcia in entrambe le direzioni.
Qualche momento di tensione con gli automobilisti spazientiti dall’attesa, ma alla fine hanno prevalso il buon senso e la pioggia battente che non ha dato tregua.
La parola ora passa alla contrattazione nazionale tra sindacati e industriali che si sta svolgendo a Roma. I delegati sindacali varesini di Fiom, Fim e Uilm voleranno nella Capitale già nel pomeriggio di oggi, 11 gennaio, per sedersi al tavolo della trattativa e giurano che l’accordo è ormai solo questione di giorni.
«Sono sicuro che l’intesa arriverà a breve – spiega Ariel Hassan, futuro segretario della Uilm varesina, la sua carica non è stata ancora formalizzata dal direttivo provinciale -. Finita la manifestazione andrò a Roma a seguire la trattativa. E comunque dopo la chiusura della contrattazione bisogna riaprire il fronte delle tasse. I lavoratori sono preoccupati e ce lo manifestano nelle assemblee. La domanda è sempre la stessa: ma quell’aumento è netto o lordo?».
«I fronti aperti nella trattativa – aggiunge Maurizio Canepari, segretario della Fiom Cgil sono ancora molti -. In ballo non c’è solo l’aumento salariale, ma anche l’orario di lavoro, il mercato del lavoro e il ruolo delle rsu. Federmeccanica preme per passare dalle 40 ore settimanali alla 40 ore medie su base annuale. Questo porterebbe ad un accumulo di ore in più per i lavoratori che usufruiscono della malattia. Inoltre vuole ridurre il ruolo dei delegati sindacali in fabbrica, questo per noi è inaccettabile».
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