Amianto abbandonato a Belforte, ora indaga la procura
Aperta un'inchiesta sul mancato smaltimento del materiale inquinante all'ex macello
Un quartiere che protesta contro l’amianto rimasto sul tetto dell’ex macello e ora anche la procura delle repubblica sembra dare retta alle preoccupazioni di Belforte. I magistrati hanno infatti aperto un fascicolo di indagine sulla vicenda, un atto preliminare senza indagati e senza ipotesi di reato, affidato al pm Massimo Politi, che servirà ad accertare se vi siano state inadempienze nella gestione del materiale inquinante. Lo ha reso noto oggi (lunedì) il procuratore capo Maurizio Grigo. Si comincerà presumibilmente con l’acquisizione di documenti relativi al mancato smaltimento, come denunciato da qualche settimana dal comitato di quartiere che sta protestando con cartelli e striscioni. L’intervento dei pm segue quello della gente. La denuncia dei belfortesi parla di 4mila metri quadri di capannoni di eternit che l’Asl ha da almeno un anno dichiarato a rischio per la salute e che il comune non ha ancora eliminato. L’area è al centro di un dibattito sulla futura destinazione urbanistica. L’amministrazione comunale ha già annunciato di avere a disposizione 160mila euro per la riqualificazione ma attende di trovare una soluzione non solo per la futura destinazione urbanistica (sono già previsti giardinetti e attività di interesse pubblico) ma anche su quello che viene considerato uno dei nodi principali: dove spostare il deposito dei bus. Tuttavia, entro la fine dell’anno i lavori dovrebbero iniziare. Il comitato però non si fida ed è proprio per sollecitare uno sblocco della situazione che ha iniziato la nuova protesta di questi giorni.
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