Besozzo, gli studenti della “Adamoli” danno voce alla memoria del 4 Novembre
Al Faro, tra silenzio e riflessione, la cerimonia in ricordo dei caduti ha visto protagonisti i ragazzi del Consiglio Comunale dei Ragazzi, che con poesie e parole autentiche hanno trasformato la memoria in impegno e speranza per il futuro
Nel silenzio rispettoso di un cielo azzurro d’autunno, i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Besozzo dell’Istituto Comprensivo “G. Adamoli” hanno preso parte alla commemorazione del 4 Novembre al Monumento ai Caduti al Faro, un luogo che custodisce le storie e i nomi di chi ha dato la vita per la nostra libertà.
Una corona d’alloro ha lentamente trovato il suo posto ai piedi del monumento, a testimonianza di una memoria che non si dimentica, di un passato che continua a parlare. Il gesto, semplice e solenne, ha attraversato lo spazio come un abbraccio collettivo verso coloro che non ci sono più, ma che continuano a vivere nella coscienza della comunità.
Alla presenza del Sindaco e delle autorità civili e militari, del gruppo Alpini di Bogno e Cardana e con la benedizione del Parroco, la cerimonia si è trasformata in un momento di profonda riflessione e unità. Le parole del Sindaco hanno ricordato quanto la pace non sia mai un bene scontato, ma un’eredità fragile da custodire con responsabilità e dialogo.
Ma a rendere la giornata davvero speciale sono stati i giovani.
Il Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR) ha portato una voce nuova, fresca, autentica: una voce che nasce dall’ascolto e dal desiderio di contribuire al bene comune.
Il Sindaco dei ragazzi, Dorotea Locati, e il Vicesindaco dei ragazzi, Lucrezia Sinelli, hanno letto poesie dedicate alla memoria dei caduti, parole dense di significato, capaci di toccare il cuore dei presenti. In quelle voci ancora giovani, la memoria ha trovato nuovo respiro, tornando ad essere promessa e speranza: promessa di impegno, speranza di un futuro in cui la pace sia scelta quotidiana.
Gli sguardi dei ragazzi, attenti e rispettosi, hanno detto più di molte parole.
Hanno dimostrato che ricordare non è un dovere imposto, ma un atto di consapevolezza che può unire generazioni diverse, dal più anziano alpino al più giovane studente.
In quel momento, al Faro, si è creata una linea invisibile che ha attraversato il tempo:
chi ieri ha combattuto per la libertà, oggi rivive nei pensieri e nei gesti dei giovani che hanno il compito di custodirla.
La cerimonia del 4 Novembre non è stata soltanto un evento istituzionale.
È stata una lezione viva. Una di quelle che non si trovano sui libri, ma che rimangono dentro.
Una lezione che ha detto, piano ma chiaramente:
La memoria è la radice da cui può nascere un futuro più giusto
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