Congiunturale: segnali positivi per le imprese artigiane

I dati provenienti da Unioncamere Lombardia ed elaborati dall’Associazione Artigiani della Provincia di Varese mostrano una stagnazione a livello produttivo e finanziario delle microimprese. Produzione, fatturato e ordini presentano un lieve scostamento rispetto al trimestre precedente, mentre tendenzialmente si osserva una sostanziale tenuta del sistema produttivo.

La produzione del 3° trimestre 2006 è  aumentata  rispetto al 3° trimestre  del 2005 (+ 1,78%). Rispetto al  3° del 2005 si segnalano  in crescita produttiva soprattutto i settori della siderurgia (+ 5,22%), dei minerali non metalliferi (+ 2,15%), della meccanica (+ 3,70%), dell’abbigliamento (+6,20%) e della carta (+5,21%). Si mostrano in calo gli alimentari  (- 5,77%), il tessile (-3,26%) e le varie (- 11,46%).  

Il fatturato. I settori che mostrano i maggiori incrementi di fatturato rispetto al 3° trimestre 2005 sono quelli della siderurgia (+7,83%), della meccanica (+6,46%), dell’abbigliamento (+ 4,99%), del legno (+ 2,80%) e della carta (+6,42%). In calo sono invece i minerali non metalliferi (-2,64%), gli alimentari (- 5,04%), la plastica (-1,66%) e le varie (-11,21%). Il fatturato è diminuito del –2,72% rispetto al trimestre precedente e aumentato del 3,19% rispetto al 3° del 2005.

Il tasso d’utilizzo degli impianti  è diminuito  di circa 3 punti percentuale rispetto alla precedente rilevazione e si attesta intorno al 67,37%.

Gli ordinativi acquisiti nel trimestre. Il dato percentuale di –3,41%  è calato drasticamente rispetto alla precedente analisi congiunturale. Questo è il risultato di un calo complessivo sia degli ordini esteri (-2,18%) che degli ordini interni (- 1,92%).

L’occupazione registra uno scostamento di un –1,68%.

I prezzi medi delle materie prime sono aumentati del 3,74% sul trimestre precedente (valore in flessione  rispetto al 2° trimestre), mentre sono abbastanza stabili quelli dei prodotti finiti (+ 0,90%).

Credito agevolato: Le domande passano dalle 982 del 2005 alle 831 del 2006 (- 15%) per un importo complessivo che passa dai 37 milioni di euro 2005 ai 35 milioni di euro del 2006 (- 5%).

La chiave di lettura dei dati sopra esposti è riconducibile al forte ridimensionamento delle richieste dirette a finanziare esigenze generiche di liquidità ed è quindi associabile ad un miglioramento complessivo del sistema economico. Ciò rivela un rafforzamento economico ed una stabilizzazione di crescita della realtà imprenditoriale. Anche le erogazioni hanno subito una lieve flessione: il terzo trimestre 2005 aveva infatti fatto registrare erogazioni per 31 milioni di euro contro i 29 milioni di euro erogati nel terzo trimestre 2006 (- 6,45%)

Previsioni

Per quanto riguarda le prospettive per il prossimo trimestre le imprese artigiane varesine si mostrano abbastanza ottimiste. Secondo le previsioni la produzione dovrebbe aumentare (14,9%) e così anche la domanda interna (+15,3%), la domanda estera  (10,4%) e l’occupazione (3,7%). E’ in diminuzione, nel confronto con le precedenti previsioni, la percentuale di coloro che auspicano decrementi produttivi (19,9%), mentre aumentano le previsioni di incrementi (24,8%) e stabilità (45,3%). Sul piano occupazionale si mostrano più ottimisti i comparti della carta, delle pelli e delle varie, mentre gli operatori degli alimentari e del tessile manifestano lievi preoccupazioni.

«Per il consolidamento dell’impresa – afferma Marino Bergamaschi, direttore generale dell’Associazione Artigiani – serve però una Legge Finanziaria che sostenga lo sviluppo, tagli alla spesa pubblica, garantisca equità nella ridistribuzione della ricchezza. E questo, a livello locale, potrà avvenire concentrandosi sull’invarianza nella pressione fiscale: saper negoziare la compartecipazione, su modello federale, dell’IVA e dell’IRPEF a livello comunale, provinciale e regionale perché parte di dette imposte rimanga sul territorio dove la ricchezza viene prodotta. Dimenticarsi di un territorio così altamente produttivo quale è il Nord Ovest significa voler disprezzare e distruggere il valore del fare impresa».