Addio ad Ambrogio Fogar, esempio di coraggio
Il famoso esploratore, paralizzato da anni, è morto la notte scorsa a Milano
È deceduto questa notte nella sua abitazione milanese per un arresto cardiocircolatorio, Ambrogio Fogar, uno dei più famosi esploratori degli ultimi decenni. Fogar, 64 anni festeggiati pochi giorni fa, era paralizzato dal collo in giù fin dal 1992 quando la sua vettura si cappottò nel corso del Raid "Parigi-Pechino".
L’esploratore si fratturò la seconda vertebra e da allora fu costretto a vivere bloccato a letto. Il grave incidente e le precarie condizioni di salute però non hanno mai placato la voglia di avventura e di libertà di Fogar, che ha continuato a svolgere conferenze, incontri e manifestazioni (lo ricordiamo anche a Varese in occasione del Premio Cantello) ma anche ad andare per mare come nel ’97 quando intraprese un giro d’Italia a vela grazie ad una sedia a rotelle speciale. Di recente inoltre aveva scritto un libro intitolato "Controvento, la mia avventura più grande" (nella foto la copertina) con il giornalista del Corriere Giangiacomo Schiavi, uscito appena due mesi fa, nel quale annunciava di essere pronto a volare in Cina per sottoporsi a nuove tecniche mediche per poter riacquistare almeno in parte la mobilità.
La morte però gli ha tolto anche quest’ultima possibilità. Con Fogar se ne va un grande esempio di coraggio, sia per le imprese sportivo-geografiche compiute nel corso della sua "prima vita", sia per quanto è stato in grado di fare negli ultimi tredici anni. Fogar divenne famoso negli anni ’70 grazie ad alcune spedizioni quali il giro del mondo in barca a vela in solitario da est verso ovest. Nel ’78 dopo un naufragio nel quale perì l’amico Mauro Mancini restò per circa due mesi e mezzò a largo delle Falkland su una zattera di fortuna. Negli anni ’80 tentò di raggiungere il Polo Nord a piedi, in solitaria, insieme al cane Armaduk, entrato nell’immaginario collettivo degli italiani. All’attività esplorativa Fogar aggiunse quella di divulgatore con il programma televisivo "Johnatan dimensione avventura" e con la collaborazione con alcune testate. In un’intervista tempo fa espresse un desiserio: «Se potete, non dimenticatemi». Difficilmente ci si scorderà di lui.
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