Serbia e Bulgaria: quale religione?
Dal 30 agosto al 3 settembre torna l'annuale appuntamento della Fondazione Ambrosiana, che mette a disposizione 10 partecipazioni gratuite ai più meritevoli
Nell’ambito delle “settimane europee” della Fondazione Ambrosiana Paolo VI anche quest’anno si rinnova l’importante appuntamento dedicato alla storia religiosa dei popoli del continente.
Il trittico dedicato al Balcano slavo, iniziato nel 2004 con la storia religiosa di Croazia e Slovenia, continua con un’analisi del mondo ortodosso slavo meridionale e precisamente con la storia religiosa di Serbia e Bulgaria.
L’importante convegno, che si svolgerà a Villa Cagnola a Gazzada dal 30 agosto al 3 settembre, è realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con il patronato della Presidenza della Regione Lombardia.
Serbia e Bulgaria si formano come nazioni all’interno del Commonwealth bizantino e la loro evangelizzazione avviene ad opera dei missionari bizantini nel sec. VIII.
La loro storia religiosa ed ecclesiastica esce alla luce nel sec. IX grazie ai Santi Cirillo e Metodio, provenienti dalla Macedonia bizantino – slava, la cui opera di evangelizzazione degli slavi, nella loro lingua, avrebbe dato importanti frutti nelle loro terre d’origine.
Con la nascita attorno al Mille di un primo impero bulgaro, poi riassorbito da Bisanzio, comincia una staffetta politica e culturale tra Bulgaria e Serbia che vede la creazione di due imperi splendidi di vita politica, religiosa, letteraria e artistica, il cui influsso si diffonderà anche nel Balcano non slavo e nel resto della Slavia orientale, pure dopo la loro caduta sotto il giogo turco alla fine del Trecento. La dominazione turca segna per i due paesi un grado di sviluppo diverso e una crescente arretratezza, da cui la Serbia comincia ad uscire all’inizio del Settecento e la Bulgaria si sarebbe liberata solo nella seconda metà dell’Ottocento. Per entrambi il compito principe in campo internazionale è quello di trovare una collocazione congeniale tra Costantinopoli, Mosca e le potenze occidentali, nello stesso tempo in cui essi devono affrontare il problema dei modelli culturali, sempre più secolarizzati, che vengono loro dall’Occidente.
La Settimana affronterà temi importanti per il cattolicesimo occidentale: i rapporti della Santa Sede con le due Chiese ortodosse di Serbia e Bulgaria, l’esistenza nei due paesi di comunità e gerarchie cattoliche di rito romano e di rito greco, il dialogo interconfessionale; un rilievo particolare sarà dato alla storia della santità – quella dei monasteri dell’Athos, di Serbia e Kossovo, di Bulgaria e Macedonia, quella dei prìncipi e dei vescovi santi, quella dei martiri della fede – che costituisce la segreta vita interiore delle Chiese, che supera le divisioni ecclesiastiche esterne rendendole temporanee.
L’importanza del convegno coordinato dal prof. Sante Graciotti, un’autorità internazionale nel campo degli studi slavistici, e da Cesare Alzati (Pisa) è sottolineata dalla partecipazione di relatori di prestigio quali Tanja Subotin e Zlata Bojovic (Belgrado), Aksinia Dzurova, Kyrill Pavlikianov e Vasil Todorov Gyuzelev (Sofia), Aleksander Naumow (Venezia), Armando Pitassio (Perugia) e Cristiano Diddi (Salerno), Rita Tolomeo e diversi altri docenti del Dipartimento di studi slavi e dell’Europa centro orientale dell’Università di Roma.
La settimana residenziale è riconosciuta «corso d’aggiornamento» per insegnanti e può essere frequentata anche da pendolari (iscrizione obbligatoria). La Fondazione Ambrosiana Paolo VI mette a disposizione 10 posti di partecipazione gratuita, comprensivi di vitto e alloggio, riservati a universitari e ricercatori meritevoli italiani ed esteri. Le domande con dati personali, curriculum e attestato del professore che segue le ricerche dovranno pervenire entro il 31 luglio 2005. Per ogni informazione rivolgersi alla Segreteria della Fondazione: tel. 0332-462104, e-mail: fapgazzada@tin.it.
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