L’ex casa delle torture è un museo dei diritti umani
Da ‘casa degli orrori’ della dittatura di Augusto Pinochet a monumento nazionale
Da ‘casa degli orrori’ della dittatura di Augusto Pinochet – dove si calcola che furono torturate almeno 4500 persone e uccisi oltre 200 oppositori politici – a monumento nazionale: da ieri ‘Villa Grimaldi’ è uno dei luoghi della memoria degli anni bui del regime militare. Alla presenza di centinaia di ex-perseguitati politici, dei famigliari dei ‘desaparecidos’ scomparsi in questa villa e del ministro cileno dell’istruzione, Sergio Bitar, è stata inaugurata come museo dei diritti umani. Questa splendida dimora alla periferia di Santiago, proprio ai piedi delle Ande, venne ampliata e abbellita da un emigrante italiano, Emilio Vassallo, che la trasformò in un ristorante chiamandola ‘Villa Grimaldi’. L’11 settembre 1973, giorno del golpe di Pinochet, venne requisita dai militari diventando ben presto uno dei principali centri di detenzione, dove migliaia di persone furono sottoposte a tormenti e supplizi di ogni tipo. Già dichiarata parco del pace nel 1997, ora un’opera in ceramica, disegnata da Alejando Gonzalez, ricorda le vittime del regime. “Voglio sottolineare l’importanza di questo luogo per l’educazione dei ragazzi cileni: faremo convenzione affinché qui vengano in visita studenti che siano cittadini migliori in futuro” ha detto il ministro Bitar. Rodrigo Villar, presidente della ‘Corporation por la paz Villa Grimaldi’, ha aggiunto che non basta riconoscere giuridicamente i diritti umani per inculcarli nella coscienza di tutti. In un ampio articolo pubblicato oggi, il ‘New York Times’ traccia il quadro dei recenti e decisivi progressi in Cile per smantellare del tutto la presenza del generale Pinochet dalla vita pubblica del Paese andino. Il quotidiano ricorda che si stanno per varare riforme all’attuale Costituzione, approvata nel 1980, che ha finora garantito la presenza delle forze armate in Parlamento, nel tentativo di mantenere forme di controllo anche dopo la fine del regime (1990) e il ritorno alla democrazia. “Solo ora, dopo 15 anni da quando Pinochet è stato costretto a lasciare il potere – scrive il prestigioso giornale americano – viene rimossa la struttura di potere autoritaria che egli si lasciò alle spalle per limitare il potere ai suoi successori”.
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