Dopo 7 anni, il monoblocco “riammette” la Medicina nucleare

Il 30 giugno, il reparto diretto dalla dottoressa Garancini ha occupato i 2000 metri quadrati al monoblocco negati alla vigilia del trasloco. Attiva anche la Pet Tac, l' apparecchiatura comprata con il lascito Macecchini

Ci sono voluti sette anni. Finalmente, il 30 giugno scorso, la Medicina nucleare ha potuto occupare il suo spazio nel monoblocco dell’ospedale di Varese. Quei 2000 metri quadrati previsti ai tempi della progettazione del nuovo ospedale e poi eliminati sono tornati per la grande gioia della dottoressa Silvana Garancini che non ha mai smesso di credere in una collocazione più onorevole per un reparto così delicato.  È qui che si eseguono esami importanti. Ora, finalmente, il reparto ha potuto avere la sua giusta dimensione e lo spazio per la Per Tac comprata grazie al lascito Macecchini di 4 milioni di euro. 

La nuova collocazione, al piano meno uno del monoblocco, non è solo molto più ampia (con una superficie di 2mila metri quadrati) e tecnologicamente attrezzata, ma risulta anche particolarmente funzionale e strategica per un servizio che svolge un ruolo determinante nella diagnostica di tutte le discipline mediche e chirurgiche.

I pazienti ricoverati che devono accedere alla Medicina nucleare per sottoporsi ad esami, ad esempio, non dovranno più sopportare uno scomodo tragitto verso l’area ‘vecchia’ dell’Ospedale di Circolo, così come gli operatori sanitari, sia quelli che lavorano nella Medicina nucleare (6 medici, 3 infermieri, 2 ausiliari, 9 tecnici di medicina nucleare, 6 tecnici di laboratorio, 2 OSS e 3 amministrativi), sia quelli di tutti gli altri reparti.

Con un’attività che registra oltre 300mila prestazioni all’anno, la Medicina Nucleare collabora infatti nel proprio compito diagnostico e terapeutico con tutte le altre strutture aziendali, sia nell’ambito della attività clinica che della ricerca, eseguendo indagini di imaging metabolico-funzionale, terapie radiometaboliche e dosaggi di ormoni e marcatori tumorali. La collaborazione si estende anche a Strutture pubbliche e private extra aziendali. 

La realizzazione della nuova sede è il frutto di un intervento del valore di 7 milioni e mezzo di euro, finanziati per quasi 4 milioni e mezzo dal lascito della famiglia Macecchini e, per la restante parte, da fondi regionali (1,5 milioni) e da fondi del bilancio aziendale (1,3 milioni).

I lavori strutturali hanno inciso sul valore complessivo per circa 4 milioni e mezzo di euro, mentre – dato particolarmente significativo – la sola dotazione tecnologica ha comportato un costo di quasi 2 milioni di euro. Quest’ultima infatti comprende una PET TAC fissa particolarmente avanzata (con 4° anello di cristalli e TC 40 strati) che, rispetto all’apparecchiatura a noleggio di cui si è avvalsa negli ultimi anni la Medicina nucleare di Varese, può garantire l’incremento dell’attività diagnostica, permettendo così una maggiore e migliore soddisfazione delle richieste cliniche. La dotazione tecnologica della struttura è completata da 2 gamma camera a due teste con geometria variabile, una gamma camera a testa singola e 2 SPECT-CT.

Caratteristiche da rilevare della nuova collocazione sono innanzitutto il rispetto di tutte le norme vigenti, comprese quelle per la radioprotezione, con la suddivisione tra zona fredda e zona calda sia dei pazienti che degli operatori, poi la presenza di 6 aree di condizionamento indipendenti con possibilità di regolazione dedicata della temperatura e, nell’ottica di migliorare il comfort e il livello di umanizzazione del servizio, l’installazione di sistemi di intrattenimento per i pazienti nelle zone di attesa e nei singoli box.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Luglio 2014
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