Beata Giuliana contro l’incuria: “Potate gli alberi”
Il comitato di quartiere appoggia la protesta dei residenti nei palazzi rossi di viale Repubblica: "Continuano a tagliare il prato anche quando non serve ma gli alberi non li potano da anni"
Il comitato di quartiere di Beata Giuliana prova a far sentire la sua voce in appoggio alla situazione dei cittadini dei palazzoni rossi di via Repubblica che da tempo protestano per la gestione dei giardini pubblici da parte di Agesp e dell’amministrazione comunale.
Alex Gorletta, fondatore e portavoce del comitato (qui la pagina facebook) prova a chiamare in causa l’assessore ai lavori pubblici Paola Reguzzoni dopo le numerose sollecitazioni portate avanti da alcuni residenti, che non hanno avuro una risposta.
«Continua la lotta contro l’incuria e il degrado degli abitanti del complesso residenziale di viale Repubblica. – scrive in una nota Gorletta – Nonostante lamentino da molto tempo gli stessi problemi, non riescono ad ottenere quel minimo di interventi che permettano loro di non vivere nell’incuria. Hanno provato ad interfacciarsi con diverse figure, tra cui l’assessore ai lavori pubblici Paola Reguzzoni, ma di risultati concreti ancora nessuna traccia. Si parlava di chiudere il perimetro del cortile interno per ottenere un parco chiuso nelle ore serali e notturne: secondo gli accordi, gli amministratori di condominio avrebbero dovuto ricevere il progetto di recinzione entro ottobre, ma siamo a fine novembre e di quei progetti neanche l’ombra».
Anche i colloqui con il funzionario di Agesp, responsabile della gestione dei parchi, non hanno avuto esito alcuno secondo quanto riferisce Simona, una dei molti residenti dei palazzi che si affacciano sul viale, che ci tiene a sottolineare una contraddizione: «Gli alberi continuano a non essere potati, ormai da anni, mentre – paradosso inaccettabile ed incomprensibile – il prato del parco viene accorciato di continuo, anche in piena estate, persino con il rischio di bruciarlo totalmente. Le foglie invece cadono e rimangono a terra senza essere raccolte».
Sono i residenti stessi a doversi industriare per aggiustare come possono i cespugli che invadono i vialetti, a rimuovere le erbacce e a svuotare i cestini sempre troppo pieni: «Non è forse assurdo che i soldi per tagliare ripetutamente il prato ci siano, mentre per intervenire sulle piante e per raccogliere le foglie no? – si sfoga Simona – Probabilmente è il caso che l’amministrazione cominci a gestire meglio le risorse, dando attenzione alle esigenze reali e non alle proprie comodità».
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