Palio, dopo 17 anni torna a vincere S. Domenico
Guglielmino, montato da Dino Pes, è rimasto in testa per tutti e cinque i giri di una finale molto combattuta e appassionata. Al secondo posto Legnarello a digiuno dal 1991
Il palio non è un rito stanco. Anzi. L’impegno per realizzare una rievocazione storica curata nei minimi particolari, la partecipazione dei contradaioli, la tensione delle batterie accompagnata dalle urla di gioia e dalle lacrime di disperazione dimostrano che il palio di Legnano è un rito essenziale per la vita di questa comunità. Ne sanno qualcosa quelli della contrada di San Domenico che per 17 anni hanno dovuto vivere in stand by e vedere gli altri alzare la croce al cielo. L’attesa è finita. I contradaioli del "mugiato" hanno rotto l’attesa grazie a Dino Pes che dopo cinque giri ha sollevato il nerbo in segno di vittoria e accarezzato la criniera del «barbero» Guglielmino, un baio chiaro senza segni particolari, eppure capace di vincere con la tenacia di un predestinato.
Le due batterie hanno riservato qualche sorpresa, tra cui il naso rotto di Andrea Coghe, il fantino di San Martino che ha ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi con Valter Pusceddu della contrada della Flora, entrambi esclusi dalla finale. Nulla di cui meravigliarsi visto che i fantini «son dieci assassini», almeno così li chiamano i senesi. Nervosismo che i vertici della contrada di San Martino, dopo la seconda batteria, hanno tradotto in due gesti simbolici forti in risposta al presunto danno subìto: il ritiro del gonfalone e l’abbandono della tribuna.
La mossa finale è durata poco, complice la tranquillità di Legnarello che pur potendo partire di rincorsa, essendo il quarto estratto, è rimasto stranamente allineato e fermo all’esterno. San Domenico, che era alla corda, è partito in testa e dopo aver respinto a nerbate l’attacco iniziale di Sant’Ambrogio, ha mantenuto la testa della corsa controllando i ritorni di Sant’Erasmo e il finale in crescendo del cavallo di Legnarello, uscito in progressione nell’ultima curva. Troppo tardi per insidiare il galoppo sicuro del predestinato Guglielmino, anche per un cavallo che si chiama Deo Volente.
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