Le note di Allevi scaldano il Condominio
Pubblico entusiasta e tutto esaurito per il concerto del celebre pianista. "Vorrei abbracciarvi tutti per il calore con cui mi avete accolto"
"Se potessi vi abbraccerei tutti, uno a uno". Giovanni Allevi, con quel suo fare fanciullesco e genuino, strappa applausi a non finire a un pubblico davvero caloroso ed entusiasta.
Tra un brano e l’altro cita Hegel e Nietzsche e con poche parole racconta le scelte dell’artista. "Arriva un momento dove si deve scegliere se stare con l’establement o raggiungere il cuore delle persone. Non possono convivere le due cose e io ho scelto la seconda".
Lo dice subito, dopo Panic che ha scelto come canzone di apertura del concerto. Allevi è molto legato a quel pezzo perché l’album Joy arriva proprio dopo la sua consacrazione come uno degli artisti più importanti viventi.
È Downtown a far esplodere il pubblico, che non smetterà mai di applaudire con calore. "A volte ci si sente soli qui sul palco", dice Allevi.
Il pianista suona con una cura e una delicatezza da far sciogliere tutto il Condominio. La sua simpatia e semplicità fa il resto. "Vi saluto con «L’ape e il fiore», una canzone davvero difficile". Impossibile per lui non concedere i due bis con tutto il pubblico che lo incita e non smette di applaudirlo.
Le note di Allevi parlano e trasmettono emozioni. "Amo le persone che come me vivono nell’ansia. Quando ho fatto una scoperta su una cosa semplice semplice la mia vita è cambiata: noi siamo belli per la nostra fragilità".
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