“Ospizi sporchi”, ne escono puliti gli imputati Vitelmi e De Feo
Una vicenda lunga più di dieci anni, per appalti sospetti alla Asl. Prescritti i reati dell’ex dirigente, mentre è stato assolto nel merito l’ex leader Dc, imputato come imprenditore privato
Un decennio di indagini, notifiche, atti, intercettazioni: tutto finito con un nulla di fatto. Gli imputati del processo su presunte mazzette all’Asl di Varese, ribattezzato “ospizi sporchi”,si è
concluso oggi davanti al tribunale con un’assoluzione per tutti e 3 gli imputati rimasti, per
una parte nel merito, per altro a causa della prescrizione in ordine al vecchio reato di concussione e per assoluzione piena sul peculato.
In particolare, ha beneficiato della scadenza dei tempi l’ex direttore dei servizi sociali della Asl Alessandro Vitelmi (i fatti si sono verficati intorno agli anni 2000), mentre l’amministratore privato Giuseppe De Feo, all’epoca a capo di alcune cooperative (ma anche ex capo della Dc varesina finito in carcere durante Tangentopoli) è stato assolto sia dalle accuse di concussione che da quella di peculato.
Le cooperative di De Feo lavoravano con il servizio sanitario e che furono accusate dalle dichiarazioni testimoniali di un altro imprenditore, Gregorio Posca (con ospizi a Busto Arsizio, Bodio Lomnago, Caravate e servizi di assistenza domiciliare) già arrestato nella stessa inchiesta per una serie di
presunti scambi denaro-appalti.
La prescrizione arriva per lo slittamento del processo un po’ in là del tempo, ma anche per una modifica normativa introdotta nell’ultimo decreto anticorruzione, che ha “spacchettato” il reato di
concussione, distinguendo quella per costrizione da quella per induzione, con il riosultato che il retao è stato riclassificatoe la prescrizione è stata anticipata per l’abbassamento della pena base (il tetto è passato da 15 anni a 10 anni).
Il pm Luca Petrucci aveva sì chiesto l’assoluzione ma affermando che la colpevolezza degli imputati era provata e solo la prescrizione li avrebbe salvati dalla condanna. Nella sua arringa ha ricordato che, secondo le rivelazioni dell’ imprenditore Gregorio Posca (che patteggiò dopo l’arresto) De Feo e Vitelmi erano d’accordo e sarebbero state versate mazzette in cambio di appalti e incarichi. La sentenza non ha accolto questa tesi.
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