Realacci: “la green economy conviene più delle promesse di Berlusconi”
l politico ambientalista, candidato alla Camera per le prossime lezioni ed esperto di green economy, si è presentato insieme ad Alessandro Alfieri e Maria Chiara Gadda
Il Partito Democratico punta sull’ambiente e lo fa con la faccia di Ermete Realacci, oggi occupato in una serie di incontri pubblici in provincia di Varese. Il politico ambientalista, candidato alla Camera per le prossime lezioni ed esperto di green economy, si è presentato insieme ad Alessandro Alfieri e Maria Chiara Gadda, anch’essi entrambi candidati il prossimo 25 febbraio. Una presentazione per spiegare come il partito guarda alla crescita che immagina per la Lombardia e per l’Italia, «una crescita capace di essere volano per l’economia e contemporaneamente rispettosa dell’ambiente».
Punti cardine presentati da Realacci sono la conferma dell’impegno per il sostegno degli investimenti privati e pubblici: «La misura più importante in questi anni su questo versante è il credito d’imposta al 55%. Questa misura – ha spiegato Realacci – ha prodotto fatturato e posti di lavoro e si è ripagata con il maggior gettito fiscale generato. Oggi bisogna favorire misure di questo tipo che valorizzano e riqualificano il patrimonio esistente dal punto di vista e energetico: questo fa bene anche alla bolletta e alle tasche degli italiani più delle promesse sull’Imu di Berlusconi».
Sul versante degli investimenti pubblici il Pd rilancia invece la tutela e risanamento del territorio attraverso le piccole e medie opere pubbliche dei comuni: «quando ci sono le emergenze tutti dicono che bisogna fare prevenzione – spiega Realacci – ma al di fuori dell’emergenza poi non ne parla più nessuno. Invece esistono una serie di piccole opere che possono fare i comuni per il controllo idrogeologico del territorio: queste vanno incentivate perché eviterebbero un sacco di tragedie e rilancerebbero l’economia».
L’obiettivo – secondo Realacci – «deve essere quello di favorire un modello di economica che si basi su quello che l’Italia sa fare bene: innovazione, prodotti di qualità, bellezza, legame con il territorio. Quando l’economia italiana fa queste cose – spiega Realacci – vince e compete in tutto il mondo, se invece punta sulla quantità a discapito della qualità non può reggere la concorrenza estera e non fa altro che erodere i diritti dei lavoratori e la cura dell’ambiente».
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