“Lavoro e diritti, non siamo sulla strada giusta”
Cinzia Colombo, assessore di Sel nella giunta Guenzani, non nasconde le critiche su alcune scelte fatte nel governo cittadino. "Resto in maggioranza se esiste la possibilità di realizzare il cambiamento"
Cinzia Colombo, assessore alla partecipazione e all’attuazione del programma nella giunta Guenzani, interviene sul tema del lavoro, con un post pubblicato venerdì sul suo blog. Tema nazionale, ma anche molto locale, di fronte alle notizie che riguardano da un lato i lavoratori del Comune, dall’altro i due licenziamenti attuati in Amsc. Ma tra i temi di attrito c’è anche il rispetto e la promozione dei diritti
Domani sarò al mercato a raccogliere, con altri e altre, le firme per i due referendum sul lavoro. In difesa dell’art. 18, perché non si può essere licenziati perché si sciopera, perché si è della FIOM o si rifiuta una molestia sessuale. Per difendere (è qui il succo dell’art. 8) il contratto nazionale. Non si può uscire dalla crisi impoverendo il lavoro di diritti e impoverendo il salario dei lavoratori. La continuità fra il governo Berlusconi e il governo Monti su questo tema è totale. Serve un’altra strada, un’altra politica, un “oppure” per dirla alla Nichi Vendola.
Sarò al mercato come cittadina, come militante di SEL, come lavoratrice. Sarò al mercato però consapevole di essere parte di una maggioranza che governa Gallarate. Sarò al mercato consapevole che la proposta nazionale non può non intrecciarsi alle scelte locali.
Questa amministrazione ha regolarizzato educatrici da anni precarie, ha preferito nell’affidare servizi realtà che, non guardando solo al profitto, promuovessero inserimenti lavorativi. Sta investendo in progetti sociali che facciano uscire dall’assistenzialismo, in percorsi di integrazione, nella promozione della partecipazione e della cittadinanza attiva. Sta rovesciando il concetto di territorio, assumendolo come bene comune anziché come banca da cui trarre oneri in cambio di costruzioni.
E però non tutto va nella direzione giusta: è di oggi la notizia del licenziamento di due lavoratori di AMSC. Sono casi isolati e particolari. Ma non si può licenziare da un’azienda che sta ragionando sulla sua ristrutturazione per motivi organizzativi ed economici. E farlo senza confrontarsi con le RSU.
Resta da mesi sul piatto il conflitto irrisolto con i dipendenti comunali. Certo ci sono leggi e norme da rispettare quando si amministra. Ma ci vuole anche coraggio. Così come ci vuole anche la volontà di riconoscere ai lavoratori rispetto e dignità. Coraggio e volontà per trovare coi lavoratori una soluzione che non penalizzi chi non è responsabile dei buchi di bilancio e delle scelte compiute nel passato. Un coraggio e una volontà che ancora il centrosinistra gallaratese non ha avuto.
E poi il nodo della presenza di persone, spesso immigrate, venditori abusivi nella nostra città di oggetti la cui provenienza ci parla delle mafie ormai ben radicate anche da noi. Un nodo da affrontare con la solidarietà, con l’offerta di un’altra possibilità di sostentamento. Non con la polizia. Non trattandoli come delinquenti, ma riconoscendoli come vittime. Perché sono altri i delinquenti che servono e si servono delle mafie, magari per essere eletti in un consiglio regionale.
Anche su questi temi serve urgentemente costruire un’altra strada, un’altra politica, un oppure. Altrimenti la differenza fra centrodestra e centrosinistra diviene labile. L’onestà non è poca cosa nel fare politica in questi tempi. Ma non basta l’onesta, che certo tutta la maggioranza gallaratese ha radicato profondamente nelle sue radici, a ben governare.
Resterò in questa maggioranza finché vedrò la possibilità di questo oppure. Perché non voglio autocondannarmi alla testimonianza di dire cose giuste mentre altri decidono e praticano cose ingiuste. Perché non mi basta dire che così non va, ma voglio tentare il cambiamento, voglio provare a realizzarlo. Ora.
In tema di lavoro il primo oppure dovrà essere costruito cambiando le modalità di rapporto con i dipendenti e trovando con loro una soluzione.
In tema di solidarietà sociale, riconoscendo dignità e diritti agli ultimi. A partire dal ricercare una soluzione definitiva per la comunità mussulmana che da troppo tempo aspetta che il suo costituzionale diritto a pregare venga finalmente garantito.
Oppure non rimarrà che prendere amaramente atto che il centrosinistra gallaratese, di cui mi sento parte, ha smesso quella volontà di cambiamento che ha generato tante speranze. In me. Ma anche in chi ci ha accompagnato in una faticosa campagna elettorale, ci ha votato, ci ha creduto.
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