Mezzo metro di machete in mano: lo disarmano i carabinieri

L'uomo, ubriaco, è stato bloccato dai militari intervenuti col manganello "tonfa"

Avarie

Ubriaco e con due lame in mano, minacciando moglie e figlia. I carabinieri della stazione di cameri sono entrati in azione nella serata di ieri, primo agosto e hanno fermato l’uomo, dopo la segnalazione al  “112” che riferiva di una violenta aggressione.

In particolare era stata una delle vittime invocare l’intervento dei carabinieri che, immediatamente giunti sul posto, avevano trovato le due malcapitate nell’abitazione dei vicini di casa adoperatisi per metterle al sicuro.

Mentre i militari svolgevano le urgenti verifiche del caso, sentendo il racconto di quanto accaduto sia dalle vittime che dalle altre persone informate sui fatti, udivano un forte rumore provenire dall’esterno dell’abitazione.

Tale rumore era provocato dal battere violento su un’inferriata di un machete e di un coltello che il congiunto delle vittime, in stato di alterazione dovuto all’assunzione eccessiva di alcool, brandiva sfidando e minacciando i militari. I due carabinieri, dopo aver richiesto rinforzi, lo avvicinavano per evitare che compisse gesti autolesionistici e per diversi minuti tentavano di indurlo alla calma, invitandolo a deporre le armi.

L’uomo, che che continuava a brandire il grosso machete (la cui lama misura 55 centimetri) ed il coltello, non si dimostrava in alcun modo disponibile a collaborare con i militari, inducendoli così ad intervenire rapidamente.

Infatti, approfittando di una perdita di equilibrio dell’uomo – che continuava ad urlare di essere pronto a “fare del male…ad andare in galera” e che aveva fatto cadere per terra il coltello – uno dei due carabinieri attivava con rapidità ed efficacia una delle tecniche di intervento previste per l’utilizzo del “tonfa” riuscendo a colpire il braccio dell’individuo ed a fargli cadere di mano il machete; il tutto nel corso di un’azione simultanea che vedeva il secondo carabiniere intervenire alle spalle dell’individuo che veniva bloccato e reso inoffensivo.

Dalle indagini emergeva un quadro di violenza familiare, sia fisica che verbale, mai denunciata.
A seguito dell’aggressione la moglie del 50enne riportava lievi lesioni.
Le armi sono state sequestrate.
L’uomo, gravato da precedenti, è stato associato presso la cassa circondariale di Novara a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Agosto 2019
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