Chi non va in gita, non ha diritto alla lezione?
Lo sfogo di un alunno dell'Ipc Falcone che, non avendo aderito alla gita scolastica, non ha trovato un'adeguata alternativa nell'istituto
Dopo la partenza di alcune classi dell’istituto I.S. "G. Falcone", dell’indirizzo alberghiero, per un viaggio di istruzione, per le persone che non si sono potute permettere un costo simile o che non hanno potuto parteciparvi, è scattata una "lotta per lo studio".
Giovedì mattina è stata creata una circolare che dava le seguenti direttive: "Gli alunni che non aderiranno alla gita scolastica dovranno recarsi nei laboratori, di cucina e sala, della scuola (dal 26/03 al 30/03)".
Non serve fare molti conti, sapendo che solo di una classe ci sono 12 alunni che non hanno aderito al viaggio di istruzione, se poi aggiungessimo anche i rimasugli delle altre classi si arriverebbe ad un numero vicino alla ventina. Ora, sapendo che durante i corsi diurni nei laboratorio lavorano due terze, una seconda e alle volte anche classi del corso dolciario, per un totale di circa 30 e più alunni. Proviamo ad immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo gli alunni che non vanno in gita… Ci sarebbero tra 40 e 50 persone nelle cucine per un ristorante che non supera gli 80 coperti.
Ma oltre alla rimproverabile organizzazione quello che più lascia attoniti è che, alla richiesta degli studenti malcapitati di formare un gruppo classe per fare ripassi o lezione di recupero, dagli alti piani della scuola hanno risposto con un atteggiamento del tutto indifferente.
Questa mattina è iniziata una "lotta per lo studio" quando gli studenti non hanno portato la rispettiva divisa di cucina/sala.
Dopo aver comunicato l’impossibilità di entrare nei laboratori, con un comportamento irrispettoso da parte dei dirigenti, hanno suggerito agli studenti di andare in laboratorio o andarsene a casa, senza distinzioni tra maggiorenni e non. "Non siamo tenuti a darvi spiegazione del perché non potete fare lezione in aula!!". Sono queste le parole del vicepreside dell’istituto alla richiesta di chiarimenti, oltre ad aver minacciato gli alunni di sospensioni immediate.
Il resto della giornata gli alunni l’hanno passata alla ricerca di professori disposti a fare lezione con loro, come dei nomadi in cerca di cibo, per auto organizzarsi l’orario di tutta la settimana, anche se con lezioni incerte e con professori che potrebbero essere occupati dalla scuola, in altre supplenze, all’ultimo momento, lasciando così gli studenti in uno stato di latitanza e di insicurezza.
Se lo studio è un diritto, sarebbe giusto negarlo a degli studenti impossibilitati a partecipare ad un viaggio di istruzione? Se nemmeno in una scuola si può assicurare tale diritto dove si può fare?
Ovviamente non credo che siano gli studenti che debbano organizzarsi gli orari di lezione , andando alla ricerca di professori buon animi…..
Grazie
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