Tabacci e Panzeri raccontano gli scenari dell’economia, Agricoltori e artigiani vicini ai commercianti

All’assemblea annuale Confesercenti ospiti i due parlamentari, oltre a CNA e Coldiretti

Tra gli ospiti dell’assemblea annuale di Confeserecenti anche la dirigenza di due associazioni che con Confesercenti hanno un rapporto diretto: CNA e Coldiretti.

Daniele Parolo, presidente di CNA, ha preso la parola anche a nome della Confartigianato, condividendo della relazione di Lucchina, tra l’altro:«L’idea di commissione europea per la pmi, anche se ricordiamo il ruolo del Ueapme sulla promosione delle imprese. E condividiamo la difesa del made in Italy, ricordando che la camera di commercio di varese sta lavorando su questo argomento. Infine, anche noi siamo d’accordo sulla realizzazione dell’albergo delle ville Ponti, anche se pensiamo che alla parte organizzativa ci debbano pensare i privati»

Per ignazio Bonacina, direttore della Coldiretti, «Lucchina ricordava la presenza dell’Europa nella nostra economia:un mercato dove possono stare anche i nostri prodotti, ma dove è necessario la possibilità di una concorrenza leale. I nostri prodotti tipici aumentano: noi chiediamo un etichetta per definire la provenienza dei prodotti, così che il consumatore debba poter scegliere il prodotto in base alla sua provenienza. Perchè anche per il nostro settore la tracciabilità è importante, a favore non solo della nostra produzione ma anche delle scelte del consumatore». 

Ospiti politici invece sono stati due personaggi di peso nella politica regionale e italiana: Antonio Panzeri, presidente della provincia di Milano e fresco eurodeputato e Bruno Tabacci,  presidente della divisione attività produttive della camera. Ognuno di loro  ha tracciato uno scenario più ampio della situazione economica italiana.

«C’è una oggettiva difficoltà per il nostro paese – ha sottolineato tra l’altro Panzeri – non si affrontano ancora i nodi strutturali. C’è una eccessiva segmentazione del mercato del lavoro, una diseguale distribuzione del reddito e  non marcia una politica industriale degna di questo nome. Per uscirne fuori,  è necessario innalzare il tasso di crescita del nostro paese. Poi, bisognaricreare fiducia: se la fiducia non  c’è il rischio è che i cittadini facciano altre scelte, e risparmino invece di far circolare la moneta».

«Le difficoltà che stiamo attraversando sono profonde – ha sottolineato invece Tabacci – in questa sede è stata data giustamente importanza questioni internazionali. Forse il mondo occidentale non ha fatto ancora analisi approfondita delle questioni in campo e dei pericoli, figli degli squilibri economico sociali in essere. Non basta la barriera di un mare per impedire l’effetto della globalizzazione, né i dazi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Ottobre 2004
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