Sos Italia Libera chiede giustizia per l’unico superstite della tragedia di Linate
Pasquale Padovano ha perso il lavoro e deve continuamente ricorrere a cure molto costose. Tuttavia lo Stato gli riconosce solo 22 mesi di contributi in 10 anni
Ha salvato la vita ma ha perso praticamente tutto il resto: il lavoro, la salute, una vita normale insomma. Pasquale Padovano è l’unico sopravvissuto della tragedia di Linate dell’8 ottobre 2001, quando in uno degli incidenti aerei più gravi della storia d’Italia morirono 118 persone.
Oggi vive grazie ai contributi configurativi d’invalidità che gli riconosce lo Stato ed ai mille euro mensili che gli passa la Sea, l’azienda che gestisce l’aeroporto di Linate presso cui Padovano lavorava. Troppo poco, però, per vivere una vita dignitosa. Per avere giustizia, per fare in modo che lo Stato prenda in giusta considerazione la sua situazione, Padovano si è quindi rivolta ad Sos Italia Libera, associazione riconosciuta dal Ministero dell’Interno. L’idea gli è venuta sentendo parlare il presidente nazionale, Paolo Bocedi, che ogni martedì tiene una rubrica su Radio Italia anni ’60. Bocedi, che risiede a Caronno Pertusella, ha così deciso di perorare questa causa, riunendo presso la propria abitazione lo stato maggiore di Italia Libera.
Su proposta del segretario nazionale, Lorena Sacchi, l’associazione ha intenzione di presentare un’interrogazione in Parlamento – appoggiandosi su alcuni deputati – per far modificare la legge su invalidità e infortuni di lavoro. Secondo l’attuale legislazione, Padovano si vedrebbe riconosciute solo 22 mensilità nell’arco di dieci anni, dal 2001 al 2011. Davvero troppo poco, per chi ha perso praticamente tutto e può permettersi le cure solo grazie ai soldi che gli passa Sea (che potrebbero venire meno in qualsiasi momento).
L’avvocato Sergio Di Gangi, del foro di Brescia, si sta quindi occupando del caso per Italia Libera. «L’attuale legislazione è troppo datata – spiega – se una volta 22 mensilità potevano sembrare una cosa enorme, oggi non è più così. Lo Stato deve prendere in considerazione questo fatto e modificare l’attuale legge che regola l’erogazione dei contributi figurativi, casi estremi come quelli del signor Padovano vanno tutelati»
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