Se il sindaco non dialoga andremo avanti con il ricorso al Tar

L'Ascom ha riunito ieri sera 17 aprile i commercianti cittadini per illustrare i contenuti del ricorso contro il centro commerciale che dovrebbe sorgere alle ex-ceramiche

«Se il ricorso al Tar dell’Ascom contro la variante al prg dovesse essere accolto qualsiasi atto dell’amministrazione fatto fino a quel momento sarà nullo e il rischio è un danno enorme all’amministrazione e ai privati che saranno coinvolti nell’attuazione di quelle decisioni». In poche parole l’Ascom, riunitasi ieri sera 17 aprile all’istituto Galilei di Laveno per parlare con i commercianti del centro cittadino, ha lanciato il suo avviso al sindaco Ercole Ielmini e alla giunta che ha approvato la possibilità di costruire una grande struttura commerciale nel paese rivierasco oltre a due medie strutture. Ma uno spiraglio di dialogo resta sempre aperto, sottolinea comunque Antonio Besacchi del comitato tecnico di tutela sindacale dell’Ascom, speriamo che l’amministrazione non voglia chiuderci tutte le porta in faccia altrimenti proseguiremo per la nostra strada.

L’avvocato Antonio Chierichetti, incaricato dall’Associazione dei commercianti di portare avanti il ricorso al tribunale amministrativo, ha spiegato i contenuti della documentazione consegnata ai giudici:«In questa variante ci sono molte cose che non vanno – sostiene Chierichetti – e rispecchiano le osservazioni che il sindaco ha "snobbato" in consiglio presentate dal mio cliente». Le ragioni sono già state spiegate in varie sedi da parte dell’associazione che paventa la desertificazione del centro storico di Laveno con l’inserimento di grandi strutture commerciali:«Come già detto in altre occasioni – sostiene Besacchi – ribadiamo l’inesistenza delle condizioni per la costruzione di un centro commerciale a Laveno. Ci sono almeno 12 strutture raggiungibili in meno di 40 minuti da qui». 

E spunta anche uno studio voluto dall’attuale amministrazione e costato 10 mila euro per indirizzare il piano commerciale della cittadina:«In quello studio – spiega Roberto Morselli, ex-assessore al commercio lavenese – l’unica certezza era l’incompatibilità dei centri commerciali con Laveno. Loro vogliono fare il contrario». Tutto fa presagire che la battaglia è solo all’inizio anche perchè un ricorso al Tar lombardo richiede una media di 2 anni di tempo prima di essere analizzato e perchè nell’area interessata dal potenziale centro commerciale è ancora da effettuare una bonifica approfondita. Ora, però, la palla passa tra i piedi del sindaco Ielmini che dovrà decidere se adottare una tattica più morbida nei confronti dei commercianti, dialogando, o continuare il braccio di ferro in corso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Aprile 2007
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