Ottocentomila euro in una Golf: ecco come partì l’indagine

Tra i personaggi colpiti dal fermo anche il ghanese che nell’aprile scorso scappò in mutande per le strade di Somma Lombardo

Una grossa cifra in contanti, 800 mila euro, all’interno di una Golf. Nell’auto, fermata casualmente dalla Stradale nel luglio del 2006, ad Anagni, due uomini, che a stento si giustificano: “Sono soldi che derivano dalla nostra attività di import export”. Sono Ali Sulaiman, trentanovenne originario della Sierra Leone e Wuimbey Issa, classe 1975 liberiano e residente a Parabiago. Comincia così, quasi per caso l’inchiesta che ha portato allo scoperto un grosso traffico internazionale di droga che ha prodotto 45 richieste di fermo in tutta Italia.
 In un primo momento la polizia di Frosinone ritiene che quella cifra serva per finanziare il terrorismo internazionale
. Ma le indagini scoperchiano presto un ampio traffico di droga, che secondo gli inquirenti arriva da mezzo mondo: cocaina, eroina, hascisc che arrivano dal Pakistan, dall’Afghanistan, ma anche da Perù, Brasile, Turchia e Azerbaijan. La droga arriva in Italia attraverso piazze di smistamento in Francia, in Spagna, perfino da Dubai. Gli stupefacenti si muovono in aereo: o attraverso i corrieri ovulatori, o camuffata in mobili e prodotti di artigianato etnico, addirittura in Pc e fra le trame dei tappeti orientali.
Secondo il bilancio della polizia vengono arrestati ben 34 corrieri che gravitano attorno all’organizzazione e vengono sequestrati oltre 20 chili di droga, venduta nelle principali piazze, dalla capitale ai principali centri di smercio della provincia.
I soldi vengono “ripuliti” in attività di import-export di prodotti tipici africani. Nel corso delle indagini vi sono anche il sequestro preventivo di una pizzeria e di un negozio di prodotti etnici a Bologna, oltre a cinque autocarri di un’impresa bolognese, e un altro negozio etnico a Modena.
Le persone colpite dall’ordine di fermo a Varese sono in tutto quattro. Il blitz è avvenuto questa notte in un appartamento di Viale Aguggiari 171, che i fermati avevano in affitto per 200 euro al mese. Si tratta del Sulayman, considerato uno dei capi dell’organizzazione, di Abubakar Issah Aminu (Ghana, 1970), Nimo Eva (1977, Ghana) e Jhon Spencer (Sierra Leone, 1976): a tutti viene contestato il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti). Tata Tchamon, cittadino del Togo del 1976 viene fermato a Parigi (aveva anche lui rapporti con Varese dal momento che risulta domiciliato in viale Aguggiari). Ad altre due persone il fermo viene notificato in carcere: si tratta di Escuadro Joe Callefarael (1971, Ghana) e Abdul Rahman Jebriel, ghanese, classe 1975. Quest’ultimo si era reso responsabile di un episodio alquanto curioso e movimentato: era fuggito in mutande per le strade di Somma Lombardo dopo che gli agenti della squadra Mobile di Varese avevano trovato, nell’aprile scorso, tre chili di cocaina all’interno della sua abitazione.
Nell’operazione – effettuata a Varese grazie al lavoro della Mobile e della Digos – sono implicati anche alcuni cittadini italiani. Oltre al fermo di Parigi, le indagini hanno avuto ripercussioni anche all’estero, dal momento che un ingente quantitativo di droga – 40 chili di cocaina – è stata sequestrata oggi in Afghanistan; perquisizioni e sequestri sono avvenuti anche in Norvegia e in Germania.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2007
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