Distanti ma vicini: il benessere psicologico degli adolescenti tra sfide e ostacoli
Giornata di studio sullo stato di salute mentale degli adolescenti. Una ricerca dell'Asst Sette Laghi, condotta tra 8000 ragazzi delle scuole varesine, dà indicazioni sulle criticità da affrontare
Come stanno i giovani? Il loro benessere è cambiato a causa della pandemia? Come lavorare con le nuove generazioni?
Sono i temi affrontati nel corso di una giornata di studio promossa da Ats Insubria e da Asst Sette Laghi nell’aula magna del liceo Ferraris di Varese.
Il convegno mirava a costruire una visione condivisa dei bisogni di salute degli studenti delle scuole del territorio attraverso i dati della ricerca sui comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare.
A fare gli onori di casa il dirigente Marco Zago che ha posto l’accento sul disagio che i giovani avvertono, una condizione che può sfociare in malessere se non gestita con interventi compensativi.
La fotografia descritta dai due primi relatori, Antonella Delle Fave, professoressa ordinaria di Psicologia, Università degli studi di Milano e Claudio Tosetto, Responsabile Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze, Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, ASST Sette Laghi, ha permesso di inquadrare i contorni del bisogno.
Lo smartphone influisce negativamente
La professoressa Delle Fave ha subito chiarito che il Covid ha confermato quanto detto dal dirigente: « La pandemia e l’isolamento hanno aumentato i problemi sociali e l’aggressività – ha spiegato la psicologa – Quello che ha veramente cambiato le relazioni è lo smartphone, divenuto strumento di accettazione e integrazione sociale. Lo strumento, però, ha un’influenza negativa: limita la concentrazione, la determinazione, l’impegno. Gli stessi adulti si lasciano andare alla dipendenza dello smartphone rinviando incombenze e impegni. E se lo fanno persone mature e consapevoli, pensate a quale dipendenza arrivino i ragazzi, anche molto giovani che non hanno le capacità di razionalizzare gli effetti dei loro comportamenti».
Il benessere psicologico degli adolescenti
Gli studi condotti sul benessere dei ragazzi ha evidenziato che c’è una prevalenza di disturbi tra le giovani. Parlare di benessere psicologico, però, vuol dire considerare l’individuo non in base ai risultati che ottiene ( performance) ma valutando più ampiamente il suo stato sociale e soggettivo: « La gran parte di nostri giovani – ha spiegato la docente universitaria – si colloca in una fase intermedia, senza picchi né positivi ( estrema soddisfazione) né negativi ( demoralizzazione e stress). E questo è in linea con la fase evolutiva che attraversano: con ambizioni, non del tutto chiarite, aspettative blande, vissuti tra aspettative e delusioni, con alternanza di euforia e di noia».
L’influenza del contesto socio culturale
La condizione, diremo, “standard” dei ragazzi si scontra, però, con alcuni fattori che possono amplificare i lati negativi: « Il contesto economico sociale è spesso collegato a stati di maggior disagio. E la pandemia ha spesso accentuato questo malessere».
L’impegno della scuola nella ricerca del benessere
Ci sono strumenti che la scuola può utilizzare per aumentare il benessere mentale dei ragazzi e sono le sfide, compiti che i giovani devono affrontare grazie agli strumenti che hanno. Sono gli obiettivi da raggiungere innescando quella volontà di mettersi in gioco che esiste in ciascuno di noi. L’importante è che siano calibrati sulle potenzialità di ciascuno: « In ognuno di noi c’è quella tendenza al sublime che citava Kant. Il compito è individuare qual è la singola soglia, nel rispetto delle differenze individuali».
I comportamenti dei ragazzi: socialità, consumo di sostanze e gioco d’azzardo
Un identikit degli adolescenti è stato realizzato dal dipartimento di salute mentale dell’Asst Sette Laghi attraverso un questionario on line anonimo a cui hanno preso parte quasi 8000 studenti di 17 scuole del territorio varesino tra medie e superiori.
La socialità dei giovani passa dalla tecnologia: la grande maggioranza naviga più di due ore al giorno con scopi diversi, chattare, guardare i social o giocare. L’utilizzo si protrae anche a notte fonda ( 34% tra gli under 14 e il 52,5% tra gli over), soprattutto tra gli studenti delle superiori, con ripercussioni alla mattina.
Lo scopo principale dei social è la possibilità di rimanere connessi con ogni parte del mondo in qualsiasi momento, perciò è normale che i ragazzi, che spesso si sentono soffocati da realtà scolastiche o familiari poco stimolanti, vogliano trovare un mezzo per aprirsi a tutto ciò che sta loro intorno.
Quasi uno studente su 4 dichiara di aver giocato d’azzardo, soprattutto gratta e vinci, il più delle volte per guadagnare dei soldi, ma anche come gusto alla sfida. Si avvicinano al gioco per emulazione, di famigliari, parenti o conoscenti stretti ( il 50% dei casi) e, almeno il 41% degli under 14 e il 60% degli over, conosce luoghi dove poter giocare d’azzardo anche se si è minorenni.
Sui comportamenti a rischio, l’indagine condotta tra i ragazzi delle scuole medie evidenzia che la stragrande maggioranza non ha mai bevuto, fumato o consumato stupefacenti. La maggioranza ma non la totalità: l’8% beve saltuariamente ma almeno il 3,3% almeno una volta al mese si ubriaca. Anche nel rapporto con le sostanze stupefacenti si vede una piccola percentuale che ammette di farne uso: il 3,43% ha fumato cannabinoidi, l’1,49% ha provato eroina o cocaina.
La stessa indagine tra la popolazione studentesca delle superiori vede aumentare le percentuali: due su tre hanno bevuto alcolici , uno su quattro ne consuma una volta al mese, uno su cinque almeno due volte, percentuale che sale al 19% tra chi beve ogni settimana mentre l’1,39% consuma alcolici ogni giorno. Si beve soprattutto per piacere personale man anche per affrontare momenti difficili o per spirito di emulazione.
Il 18% degli intervistati nella fascia delle superiori ha detto di aver fatto uso di cannabinoidi, il 7,5% li assume una volta al mese, il 3% almeno due volte a settimana e il 2% ogni giorno. Lo si fa soprattutto per piacere ma anche per affrontare i momenti difficili e gestire l’ansia. Più raro è il consumo di cocaina: l’1,9% ha asserito di farne uso meno di una volta al mese mentre l’1,5% ha provato l’eroina.
Chi è il punto di riferimento nelle difficoltà?
Nelle situazioni di disagio o difficoltà come reagiscono i giovani? Tra i più piccoli è la famiglia, soprattutto la madre, a rappresentare il punto di riferimento mentre tra i ragazzi più grandi è il gruppo di pari età.
Indicazioni preziose su cui lavorare per avviare programmi di prevenzione del loro malessere, andando a lavorare su quel benessere psicologico che è alla base dell’equilibrio individuale: « I giovani non possono essere solo il futuro del Paese, devono essere soprattutto il presente. Il loro tempo è oggi, non domani : dobbiamo mettere al centro delle nostre riflessioni l’istruzione. La scuola e l’università devono essere davvero accessibili a chiunque» scrive nel report il dottor Tosetto.
Uno sforzo congiunto tra autorità sanitarie, scuola e famiglie per individuare i fattori di rischio e parallelamente valorizzare gli elementi di protezione che possono prevenirli così da offrire agli adolescenti la possibilità di raggiungere i medesimi traguardi di sviluppo senza mettere in pericolo il proprio benessere psico-fisico.
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