Il 96% delle imprese ottiene credito grazie ad Artigianfidi
Oltre 18 mila aziende del Varesotto si sono rivolte al confidi. «La garanzia per noi è una sorta di bene pubblico, perché sostenendo le imprese, incidiamo sulla società»
L’immagine è quella di un uomo con la barba, solido, ben piantato per terra. Sembra più un tallonatore di rugby, che un imprenditore. E’ l’immagine che l’Associazione artigiani di Varese ha scelto per rappresentare il proprio servizio di credito. Insomma, oltre alla fidejussione, a garanzia del credito erogato dalle banche, l’associazione di via Milano ci mette anche la faccia. «Il 96 per cento delle imprese ottiene credito grazie ad Artigianfidi – spiega con un certo orgoglio Lorenzo Mezzalira, presidente di Artigianfidi -. Se un imprenditore su due in Lombardia si rivolge ai confidi, in Artigianfidi siamo quasi all’uno su uno».
Oltre 18 mila imprese del Varesotto hanno ottenuto la garanzia, una fiducia ben ricambiata dai piccoli imprenditori che hanno onorato i propri debiti: le sofferenze, ovvero i crediti deteriorati e non più esigibili, sono infatti inferiori all‘1,5%. «Solo al 4 per cento diciamo di no e sempre per il loro bene- continua Mezzalira -. La garanzia per noi è una sorta di bene pubblico, perché sostenendo le imprese noi incidiamo sulla società».
Nel 2011 i finanziamenti in essere ammontano a 684 milioni di euro, la quota di garanzia è pari al 57,9%, il totale attivo in bilancio è di quasi 70 milioni di euro, il requisito patrimoniale è pari al 9,11%. «Nella maggior parte dei casi, gli artigiani ricorrono a questo “aiuto” per sostenere l’attivo circolante dell’azienda» spiega Andrea Bianchi, direttore di Artigianfidi.
Il ruolo di garanzia è stato, dunque, fondamentale nell’ammortizzare gli effetti nefasti del credit crunch (la stretta del credito). E quando gli imprenditori arrivano nella sede di via Milano non si trovano di fronte solo esperti del credito e dell’economia di impresa. «Sarebbe un errore fare una valutazione esclusivamente economica – spiega Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Varese – da noi si guarda all’impresa nel suo complesso. Quindi si valuta anche la sua storia, laterritorialità e le potenzialità».
Tutto questo è possibile perché il mondo degli artigiani ha generato nel tempo un patrimonio umano e professionale nel solco dell’insegnamento di Marino Bergamaschi, direttore dell’Associazione recentemente scomparso, sempre presente nei pensieri e nelle parole dei vertici. «Marino diceva sempre che dietro i numeri ci sono le persone» ricorda Merletti .
Al terzo piano di via Milano risuona l’espressione «saper fare», parole che i politici hanno da tempo “scippato” ai legittimi proprietari, ovvero gli imprenditori. Artigianfidi è forte perché si fonda proprio su quel saper fare e perché sa che nella microimpresa il fattore umano è determinante, più dei numeri e soprattutto più della politica.
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