Lega sconfitta a Cassano, ecco Uslenghi picconatore

Il "già sindaco" torna alla carica: parla degli errori nella scelta di una candidata "umbra e comunista", boccia l'antipolitica di Grillo e il sindaco uscente Morniroli, racconta quanto gli scandali hanno fatto male a Umberto Bossi

La candidata della Lega Stefania Federici? «Non è leghista, è umbra e comunista». Beppe Grillo? «Una deriva pericolosa, essere contro per essere contro». Il sindaco uscente Morniroli? «Non ha fatto nulla in dieci anni, non un’opera». La Lega sconfitta a Cassano Magnago non si è mai vista e il «già sindaco» Domenico Uslenghi è un fiume in piena, nel commentare il voto e guardare al ballottaggio. Ma anche nel raccontare e commentare la Lega alle prese con scandali e con la concorrenza antisistema di Beppe Grillo.
Qualcuno la chiama l’ex borgomastro, le piace il titolo o le dà fastidio? «Mah, è una parola straniera, la usano i tedeschi. Mi piace quando mi chiamano "il già sindaco". Sono stato io che ho chiesto il titolo di città, Cassano ne ha i requisiti, non solo per gli abitanti ma anche perché c’è molto nel sociale.»

A Cassano Magnago, la «Betlemme leghista» (copyright dell’ex sindaco di Milano Formentini, ci ricorda), le cose sono andate male: cosa è successo? Dove si è sbagliato? «Con l’arrivo della signora Federici sono uscite tante persone, io l’ho definita un’antileghista, figlia di un umbro, una arrivista che sognava il posto di sindaco. L’ho detto almeno cinque volte sui quotidiani: un candidato perdente. Lei continuava a ripetere che ha lavorato nel sociale, ma quelli del sociale se possono ti saltano addosso».
Bene, poca simpatia, in molti lo sapevano. Giudizio negativo condiviso con l’ex sindaco Aldo Morniroli? «Colpa anche dell’ex sindaco, che oggi parla sui giornali come non fosse successo niente. Ma lui ha preso 67 voti, dovrebbe fare mea culpa: non è stato un sindaco amato dai cittadini. Io parlo come fosse la voce della gente».

Dovevano scegliere Lei, come candidato?
«Mi dicevano tutti: ma perché non si è presentato Lei? Io non potevo farlo, l’avevo chiesto a Canton, ma Canton voleva che io entrassi a supporto della candidata sindaco. Io vicino a quella persona non ci voglio stare, né adesso né mai. Siamo completamente diversi. Io l’ho anche licenziata quando è stata mio assessore… lei e non solo lei. Non vorrei essere un bauscia (come dicono a Milano), ma sono convinto che la gente mi avrebbe votato e avrei vinto forse al primo colpo».
Nonostante le difficoltà della Lega, alle prese con gli scandali? «Avrebbero votato anche se non votavano Lega, perché conoscevano la persona. Io in Comune ho sempre detto si quando andavano detto sì e no quando andava detto no».
E adesso, al ballottaggio senza Lega? «Bisogna votare Poliseno e non la sinistra: io l’ho tenuta lontana dal potere per vent’anni, se salgono non se ne vanno più».

Anche fuori dalle mura di Cassano, Uslenghi ha le idee chiare, boccia il governo Monti: «un governo voluto da un presidente … comunista! Tutta la sua squadra non ha la minima sensibilità: un conto sono i partiti che sono più o meno in contatto con il popolo, un conto sono i tecnici che sono chiamati a raddrizzare i conti dello Stato e non guardano in faccia a nessuno. Soffrono, si ammazzano: suicidi ci sono!»
Però la Lega perde: paga solo gli scandali o anche il fatto di essere stata troppo Lega di governo?
«Certamente c’è un influenza degli scandali
, tutte queste cose, non ultimo il figlio di Bossi che ha detto che non è mai stato in Albania, mai andato in quell’Università. Cose che hanno fatto molto male: mi dispiace, anche perché Umberto Bossi è ammalato e di questo soffre, ha anche pianto».

Troppo forte l’occasione, per Uslenghi, per non riprendere a parlare dell’Umberto: «È nato a 800 metri da casa mia, ma avevo frequentazioni diverse: l’ho conosciuto nel 1988, una persona molto decisa, con idee che condividevo, quasi tutte. Nel ’93 mi ha chiamato per fare il sindaco, ci ho pensato trenta secondi, poi dissi sì. Dissi sui giornali che avrei vinto al primo colpo. E così fu». Ha parlato con Bossi di Cassano recentemente? (inteso, dopo le elezioni: ma Uslenghi guarda alle scelte fatte prima) «Umberto Bossi l’ho sentito a marzo, sono andato a trovarlo per parlargli di Cassano Magnago, gli ho detto: Umberto, guarda rischiamo di dare Cassano in mano ai comunisti. Gli abbiamo descritto la situazione, alla fine credo che abbia condiviso la volontà mia di partecipare, perché me lo chiedevano i cittadini, me l’han chiesto nei giorni delle elezioni, anche quando ero ai seggi. Ma alla fine non ho fatto una mia lista: quelle cose si fanno una volta sola, non si ripetono. Il direttivo provinciale però non si era pronunciato a favore della signora Federici, si era espresso per Diani, ma so che il signor Morniroli è andato a "piangere" al direttivo: ha detto "se c’è Uslenghi, io esco dalla Lega". Non so cosa gli ho fatto,a Morniroli, forse non lo assecondavo come lo assecondava la signora Federici». (A destra: una celebre foto degli anni Novanta con Bossi: Uslenghi ce l’ha nell’ingresso di casa. In salotto, la foto con Roberto Maroni)

Intanto la Lega perde, ma l’antipolitica trionfa: una parte dei voti leghisti sono andati a Grillo… «È una deriva pericolosa, soprattutto quella di questo Grillo, allontana la gente dalle necessità del paese, è contro per essere contro».

Ma subito Uslenghi torna ancora alla carica degli amministratori leghisti che, insieme al PdL, hanno guidato la città: «Un’opera importante a Cassano in 10 anni non si è vista, e questo è il sindaco Morniroli. Uslenghi, in 9 anni, ha fatto: le casse di laminazione, la raccolta differenziata iniziata, la fognatura per cui ho speso soldi… precedentemente non mettevano soldi nelle fogne, perché non si vedono: io invece ho avuto il coraggio di farle. E poi la tangenziale, avevo pensato un tracciato diverso, molto più breve e facile da realizzare».

E l’ultimo affondo è ancora per i vecchi amministratori: «Son due mesi che non vado più in sezione, c’è stata un po’ di lotta selvaggia, perché nella Lega è così: qui chi grida di più pensa di aver ragione. Non ci vado più ora. La Federici oggi punta molto al voto al Pd, è una vergogna. Una candidata della Lega… una che ha messo anche la camicia verde. L’ha visto il giorno delle elezioni? Ma era un verde molto brutto, però, non era mica il verde Lega».

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Pubblicato il 12 Maggio 2012
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