Contestato il maxi sconto per la rotonda di Belforte
L'immobiliare che ha ristrutturato l'ex calzaturificio non ha mai realizzato le opere pubbliche. Ora il comune vorrebbe prendersi le fideiussioni ma sconterà 300mila euro. E' giusto? ll Pd dice di no
Quando vedi quei new jersey bianchi e rossi, in viale Belforte, pensi sempre: che brutti, come stanno male, ma chissà perché non fanno un incrocio più decente?. Il motivo per cui, davanti all’ex calzaturificio Divarese, la viabilità è sempre così spoglia nasce da un pasticcio. Il comune sta cercando di risolverlo con un accordo che, però, secondo qualcuno potrebbe creare un precedente e un’ingiustizia.
Tutto iniziò quando la Immobiliare Belforte firmò un accordo con il comune per realizzare un centro commerciale, nel 2004, in uno dei due edifici dell’ex calzaturificio: il palazzo è stato ristrutturato, ma le opere pubbliche che i privati dovevano costruire in cambio dei permessi sono state per buona parte eluse. La Belforte nel frattempo è stata liquidata e non esiste più nemmeno nel registro delle imprese. Che fare? I soldi potrebbero essere recuperati dalle fideiussioni che l’immobiliare versò e che sono in carico a una società di assicurazioni. Ma quando sta per partire la causa, con avvocati, giudici, carte bollate arriva il colpo di scena
Il comune accetta una proposta di accordo della Atradius Credit Insurance. L’assessore Carlo Piatti porta in giunta il provvedimento e snocciola le cifre. Le fideiussioni valgono 389.755 euro e 353.378 euro, in totale 743mila e 135 euro. Con la composizione bonaria della vicenda Palazzo Estense incasserà solo 415mila euro. Meglio così, pensa la giunta, perchè la vicenda è proprio un casino: c’è un ricorso al tar di 6 soggetti, una nuova società che ha acquisito la maggioranza delle quote, la società assicurativa che fa resistenza, la viabilità lasciata a se stessa e bisogna fare in fretta.
L’accordo viene contestato dall’opposizione, in particolare il consigliere comunale del Pd Luca Conte esprime molte perplessità. La domanda in fondo è classica: accettare la riduzione del danno, o andare fino in fondo per una questione di giustizia nei confronti dei cittadini onesti che non sgarrano mai?
«A mio avviso è un accordo estremamente penalizzante per il comune – afferma Conte – capisco che vogliano risolvere al più presto la vicenda, ma 415mila euro su più di 743mila totali, mi sembra siano un valore ingiusto. La convenzione prevedeva che le opere pubbliche avrebbero dovuto essere realizzate prima di quelle private, ma fin dal 2004 nessuno ha vigilato correttamente. Altrimenti il comune avrebbe bloccato il cantiere per avere quanto gli spettava». Il vice capogruppo del Pd ne fa anche una questione di principio: «Tutti i privati – spiega – pagano una penale se consegnano le opere pubbliche in ritardo. Che principio è quello che consente a questo provato di non fare le opere e di averne anche uno sconto di 350mila euro?».
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