Artigianfidi, siamo noi l’economia 2.0
Confartigianato Imprese Varese ha avviato con largo anticipo il processo di aggregazione di 9 confidi lombardi, diventando in questo modo una delle realtà più solide nel fornire garanzia del credito alle imprese e soprattutto un esempio originale di rete
«La differenza nel mondo la fai se non vai da solo. Il successo di Artigianfidi Lombardia è il frutto di un reticolato di relazioni che coinvolgono imprese, enti, persone». Benvenuti nell’economia web 2.0. Non è un caso che queste parole vengano da Andrea Bianchi, il più giovane della pattuglia messa in campo da Confartigianato Imprese Varese, l’associazione di categoria che ha avviato con largo anticipo il processo di aggregazione di 9 confidi lombardi, diventando in questo modo una delle realtà più solide nel fornire garanzia del credito alle imprese e soprattutto un esempio originale di rete. I numeri che il presidente di Artigianfidi, Lorenzo Mezzalira, ha diffuso ai giornalisti confermano il quadro di solidità: 38.205 soci, 8.225 garanzie richieste per 453 milioni di euro, un capital ratio (il principale indicatore di capitalizzazione: il patrimonio netto diviso per le attività pesate per la loro rischiosità) che si attesta al 10,48%, ben oltre l’8% richiesto, sofferenze che non superano l’1,5% e dovute a crediti non pagati. «Alle imprese diciamo: “usate la nostra forza” – spiega Mezzalira -. È per questo motivo che il 96% delle imprese artigiane ottiene l’affidamento grazie a noi. Si tratta di un risultato importante perché nel mondo confidi quando si arriva al 70% è già ritenuto un successo».
Tra le banche e le imprese c’è dunque il confidi che presta la garanzia, basandosi sulla conoscenza reale di chi chiede credito. «Noi costruiamo fiducia – dice Giorgio Merletti presidente di Confartigianato imprese Varese e di Confartigiantao Lombardia -. I nostri funzionari entrano nelle imprese e valutano il merito, dovrebbero farlo anche le banche, perché non si puo’ valutare un’impresa stando dietro una scrivania e guardando una schermata al computer».
Stando ai numeri i piccoli imprenditori sono affidabili, altrimenti il banco di Artigianfidi sarebbe già saltato da tempo. «La nostra struttura lombarda – continua Merletti – ha aumentato notevolmente il nostro potere contrattuale. Pensiamo solo al caso della Valtellina, dove il pallino era in mano alle banche e le imprese artigiane non avevano altra possibilità che accettare ciò che le stesse decidevano».
Confartigianato imprese Varese con Artigianfidi sta facendo una doppia operazione: da una parte dà un supporto concreto alle imprese e dall’altra propone un cambio di strategia culturale ai loro associati perché non tutti hanno la consapevolezza dell’imporatnaza dei meccanismi finanziari nella gestione dell’impresa. «La società di servizi – spiega Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Varese – si sta muovendo in questa direzione perché ha ben presente come ragionano le banche: tutti a parole sostengono l’importanza della piccola impresa, ma poi nei fatti si fanno ammaliare dalle grandi perché è più difficile lavorare con i piccoli, la marginalità è minore e bisogna lavorare sui grandi numeri. Però qui c’è la massa critica capace di generare con costanza, goccia dopo goccia, giorno dopo giorno, valore aggiunto per il territorio e anche per le banche».
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