La gara più pazza del mondo per aiutare i bambini più sfortunati

Due ingegneri dell'AgustaWestland in partenza per la la più grande avventura motoristica del pianeta: stanno raccogliendo fondi per un progetto benefico in collaborazione con Save The Children

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La gara più pazza del mondo per aiutare i bambini più sfortunati. I protagonisti sono Daniele Dellavalle e Fabrizio Nunez, due ingegneri aerospaziali, uno originario del Cuneese e l’altro messicano trapiantato a Roma, entrambi assunti in AgustaWestland e appassionati di varie pazzie e sport estremi in cui si rifugiano, pianificando avventure la maggior parte delle quali a scopo benefico.

Daniele e Fabrizio hanno un nuovo progetto, che hanno chiamato “Rally for Central African Children”, che unisce il divertimento senza dimenticare i più sfortunati. Come? Con il “Mongol Rally”, la più grande avventura motoristica del pianeta, una gara non competitiva ed a scopo di beneficenza, da fare guidando veicoli con una cilindrata inferiore ai 1,200cc o motocicli fino a 125 cc; tutti i veicoli vengono messi all’asta una volta arrivati in Mongolia ed il ricavato destinato ad opere di beneficenza. Durante la gara, che può partire da vari punti e con percorsi variabili, è vietato utilizzare navigatori satellitari ed è raccomandabile usare il meno possibile le autostrade per giungere al traguardo. Non ci sono premi e non c’è assistenza tecnica, organizzativa o medica durante il percorso.

Foto Daniele Dellavalle_Fotor_Collage

I due ingegneri partiranno il primo di agosto e contano di essere di ritorno il 30. Tutto il ricavato delle donazioni che riceveranno andrà direttamente a Save the Children, in aiuto ai bambini della Repubblica Centrafricana. Ogni donatore avrà il proprio nome stampato sul loro mezzo, una vecchia Panda acquistata per 300 dollari.

Il Mongol Rally attraversa 10.000 miglia tra montagne, deserti e steppe d’Europa e Asia ogni estate. Non c’è assistenza, supporto, nè itinerari pianificati; solo pochi impavidi, la loro personalità avventuriera ed una piccola auto. «Niente navigatore, smartphone, ABS e barocche diavolerie dell’era moderna che possano aiutarci a trovare il loro ombelico – raccontano i due avventurieri -. Il Mongol Rally sarà anche perdersi, per poi utilizzare unicamente ingegno, istinto di sopravvivenza ed una buona dose di fortuna per arrivare alla meta, tirando su quanti più soldi possibili per beneficienza, tagliare il traguardo con il veicolo a brandelli ed una smorfia selvaggia attraverso ad un volto provato da un viaggio lungo quasi un quarto della circonferenza terrestre ma consapevole di avercela fatta».

E alla fine nè la loro auto, nè loro saranno più gli stessi.

Per contribuire alla causa si può andare sul sito di Save The Children all’indirizzo http://ioper.savethechildren.it/emergenza-centrafrica/6-941

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Luglio 2015
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