Impresa “apri e chiudi”: Maxi frode da 14 milioni
Partita Iva aperta e chiusa nello stesso giorno per un'azienda che commerciava ferro. Da qui sono iniziati i controlli che hanno portato alla denuncia di 4 persone
Un normale controllo ad un’azienda che commercia minerali metalliferi e ferrosi si è concluso con la denuncia da parte della Guardia di Finanza di Busto Arsizio di 4 persone che avrebbero messo in atto un’estremizzazione del fenomeno delle imprese “apri e chiudi”.
Gli investigatori hanno infatti notato come la società, formalmente, risultava aver “aperto e chiuso” la propria partita iva nello stesso giorno, pratica utilizzata normalmente per evadere le tasse. I successivi approfondimenti investigativi, basati soprattutto sull’analisi delle movimentazioni bancarie relative ai conti correnti intestati alla società, hanno così permesso alle Fiamme Gialle di riscontrare una reale operatività commerciale temporalmente ben più estesa e quantitativamente significativa.
Secondo quanto ricostruito al fine di eludere i controlli e le connesse responsabilità i responsabili della frode, oltre ad aver fittiziamente intestato la società a prestanomi, avevano anche provveduto a cessare la partita iva della società. La Guardia di Finanza bustocca ha ottenuto la riapertura della partita iva e ricostruito esattamente, seppur in assenza di qualsivoglia tipologia di documentazione contabile e commerciale, l’ammontare del reale volume d’affari e della connessa evasione perpetrata dalla società.
Alla fine delle indagini le fiamme gialle hanno constato elementi positivi di reddito non dichiarati pari ad oltre 13 milioni di euro e stimando un’imposta evasa pari ad euro 3.6 milioni, l’iva dovuta all’erario per 2.7 oltre a mezzo milione di Irap non versato. La rilevante evasione fiscale riscontrata ha comportato la denuncia di quattro soggetti, amministratori di diritto, ma soprattutto amministratori di fatto della società verificata, alla competente Autorità Giudiziaria.
“L’attività di contrasto all’evasione fiscale non si pone dunque solo lo scopo di recuperare i tributi evasi -si spiega in una nota- ma è volta soprattutto a incidere concretamente sulla diffusione dell’illegalità fiscale, finanziaria ed economica e sugli effetti negativi che questa produce per l’economia, alterando il normale gioco competitivo degli attori del sistema, e a tutelare, proprio, quelle imprese, quei professionisti e quei cittadini che operano nel pieno rispetto della legalità”.
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