Inquinamento fuori controllo, ma nessuna misura straordinaria
La Regione ha riproposto il "tradizionale" blocco dei veicoli considerati più inquinanti, quest'anno esteso anche a Varese. Ma i Comuni si muovono in ordine sparso e poco convinto

Come ogni anno, anche la provincia di Varese “scopre” l’allarme-inquinamento, con le polveri sottili Pm10 e Pm2,5 fuori controllo. La questione riguarda anche Varese (anche la città-giardino ha spesso livelli oltre-soglia), ma il vero dramma è quello della pianura: Gallarate, Busto Arsizio, Ferno, Saronno sono quasi sempre oltre il limite dei 50 µg/mc. Nella giornata di martedì 15 dicembre Gallarate e Busto erano rispettivamente a quota 70 e 74, Saronno a 71 (e la vicina Arese, sull’asse del Sempione, tocca i 92µg). Varese è appena sotto la soglia, 49µg/mc.
(nella foto: la mappa giornaliera di Arpa Lombardia, con i segnalini di colore più intenso tanto più alta è la concentrazione rilevata)
Una “emergenza” continua, emergenza tra virgolette perché si ripropone ogni anno. Poche le misure strutturali a livelli regionale, concentrate sul fronte dei veicoli, con il “blocco” diurno dei veicoli più inquinanti e datati. Va detto: quest’anno Regione Lombardia ha esteso il blocco anche alla zona di Varese e dei dintorni (vedi qui), una decisione inedita ma che non cambia probabilmente molto rispetto alle concentrazioni nella zona della pianura.
E i Comuni? Anche in questi giorni attuano ben poche mosse, anche per la paura di muoversi a “macchia di leopardo” e con pochi benefici, a fronte di possibili polemiche (per esempio quelle frequenti per i divieti di circolazione dei mezzi più vecchi, percepito come ingiusto). Fatto sta che per ora poco si fa, al di fuori delle norme già stabilite dalla Regione.
L’unico Comune ad aver introdotto un provvedimento specifico è Gallarate: il Comune ha deciso di anticipare da giovedì 17 dicembre il divieto di circolazione degli Euro 3 (a meno che non dotati di Filtro AntiParticolato), ma anche di estendere il divieto per “inquinanti” anche al weekend (vedi qui). Non di più di questo, però: «Abbiamo valutato che bloccare la circolazione avrebbe sì un effetto educativo, ma non reale sull’effettivo abbassamento del Pm10, considerando che alcune strade comunque rimarrebbero aperte e alcune categorie potrebbero comunque circolare» spiega l’assessora all’ecologia del Comune Cinzia Colombo. «Si avrebbe un disagio senza avere un beneficio. Serve su un’area più vasta, solo su Gallarate il blocco del traffico sarebbe inutile». La confinante Busto Arsizio per ora non prevede nessuna misura particolare.
E il problema del muoversi in ordine sparso pare quello centrale, se non si raggiungono accordi: lo si vede anche guardando alla vicina provincia di Milano (l’area del Sempione intorno a Legnano). Si è riunito proprio mercoledì mattina il tavolo di coordinamento sull’inquinamento della Città Metropolitana di Milano per discutere la bozza di protocollo da attuare in caso di superamento per più di 10 giorni consecutivi della soglia delle polveri sottili. Nell’immediato non verranno presi provvedimenti di alcun tipo né sul traffico veicolare né sulle caldaie per tentare di abbassare i livelli di smog. Le difficoltà incontrate dagli amministratori sono molteplici: la prima è che non tutti i comuni della città metropolitana partecipano a queste riunioni (oggi erano poco meno della metà) facendo passare l’idea che molti non intendono nemmeno sedersi al tavolo per discutere sulle misure da prendere, la seconda è l’alzata di scudi di alcune associazioni di categoria (in primis i commercianti in questo periodo, ndr) che non ne vogliono sapere di blocchi della circolazione, temendo ripercussioni sulle attività economiche. Il risultato è che almeno fino ai primi di gennaio nei comuni dell’ex-provincia di Milano non verranno presi provvedimenti.
E il trasporto pubblico? Milano ha introdotto alcune facilitazioni e gratuità, in via straordinaria, per il periodo prima di Natale, nel tentativo di ridurre il ricorso ai mezzi privati (vedi qui). In provincia la mossa non convince: il ruolo del trasporto pubblico viene sostanzialmente considerato residuale e rivolto solo a poche categorie “costrette” (come gli studenti). Unico miglioramento negli ultimi anni, la tinida introduzione di alcuni mezzi a metano, che non emettono polveri sottili, e di mezzi più piccoli che inquinino meno (vedi ad esempio questo).
Tutto qui: per quanto riguarda le caldaie, al massimo qualche indicazione generica a contenere le temperature all’interno.
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