Francesco Romano a Va sul Palco tra musica e parole
Il cantante di Busto Arsizio è tra i concorrenti della terza serata di concorso. Appuntamento per sabato 9 gennaio
Francesco Romano è di Busto Arsizio. A Va sul Palco arriva con il suo progetto, voce e chitarra. Si definisce un cantautore e salirà sul palco delle Cantine Coopuf con i brani inediti. Scrive canzoni fin da piccolo e sta lavorando ad un album tutto suo. Per conoscerlo dal vivo l’appuntamento è per sabato 9 gennaio per la terza serata di Va sul Palco, il concorso per band emergenti.
Quali sono i tuoi punti di riferimento musicale?
“Sono tanti e svariati anche se la sua prima cassetta risale all’età di 14 anni (relativamente tardi se guardiamo il mondo di oggi ) ed è Jagged Little Pill di Alanis Morrisette. In successione i Metallica e la musica metal. Dopo le scuole superiori inizia un periodo più introspettivo e quindi l’ascolto di cantautori come Masini, Ligabue, Lucio Dalla, De Gregori. Mi piacciono anche cantautori come Silvestri, Fabi e Gazzè. Ultimamente ascolto Calcutta”.
Hai già partecipato a concorsi musicali per band emergenti in passato?
“Oltre a questo concorso sto partecipando anche al Premio Donida, a inediTo di Torino (concorso per autori) e allo Zecchino D’oro”
Cosa ti aspetti da questa esperienza?
“Non mi aspetto di vincere ma sicuramente di ampliare la cerchia di conoscenze e poter fare ascoltare le mie canzoni a tante persone che condividono la stessa passione”
Cosa pensi della musica in Italia oggi?
“Penso che avere un sogno è un diritto e tutti meritano come minimo una possibilità. Con X-Factor e i vari talent show le possibilità si sono ampliate, ma a mio parere sono fasulle. Le “stelle” che nascono spariscono nel giro di breve ed è un meccanismo che non mi piace. C’è tantissima domanda: ragazzi, ragazze e bambini che si propongono ai concorsi. Personalmente mi chiedo, chi ha davvero qualcosa da dire?. Sento voci bellissime che non hanno nulla da raccontare. Credo di più a chi ha voglia di prendere in mano una chitarra e cantare, raccontare ciò che ha nella testa con la musica. Penso a De Andrè che cantava con il cuore in mano e i suoi concerti erano pieni di vita e amore. Credo che alla fine è di questo che stiamo parlando: di amore che si prende e amore che si dà”.
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