Ielmini ad Ato, ma con Aspem è guerra
Varese contro tutti. Ieri udienza davanti ai giudici: Aspem spa contro Provincia e Amsc. Nominati i sindaci del cda
Di chi è l’acqua di Varese? La contesa in tribunale tra la ex società municipale di Varese, Aspem spa, e le altre società provinciali (Alfa srl, Amsc, Provincia di Varese, Ato, Agesp, il Comune di Gallarate ma anche Regione Lombardia) è terminata ma ancora non è chiaro chi sia il vincitore. Ieri a Milano di fronte al Tar si è discusso il ricorso presentato dalla Amsc, Alfa, Ato e della Provincia di Varese, nei confronti della sentenza di ottobre che dava ragione ad Aspem.
Che cosa era successo? Che la Provincia (la conferenza dei comuni dell’Ato) nel 2015 aveva fatto una società pubblica senza gara e Aspem ha pensavo che così ci perdeva.
Detto meglio, il Tar aveva invalidato alcuni atti con la quale, in sostanza, la provincia di Varese aveva deciso nel 2015 di affidare a una società totalmente pubblica, con affidamento diretto, la gestione del proprio settore idrico.
Seguendo la norma, la provincia di Varese, guidata da una maggioranza di centro sinistra, ha osservato che l’attuale legge sui servizi pubblici consente almeno tre tipi di organizzazioni per il settore idrico.
Aspem ha impugnato la delibera e ha sostanzialmente vinto il ricorso, dato che il giudice in ottobre ha rilevato che gli atti con cui era stata preparata l’operazione contenevano delle irregolarità amministrative. Secondo quanto si racconta dei palazzi della politica, dietro la scelta dell’Aspem di Varese c’è in realtà il socio forte della società varesina ovvero la grande multiutility lombarda A2A.
La società in sostanza si riterrebbe danneggiata dal fatto che l’acqua pubblica sia stata in qualche modo “nazionalizzata”, per usare un termine che ci faccia capire quale sia la posta in gioco, e il business non sia stato aperto al libero mercato.
In questo momento è valida una sospensiva, ma si attende la decisione sul ricorso al Tar e il successivo ricorso al consiglio di stato che chiarirà definitivamente la vicenda.
(Gunnar Vincenzi, presidente della Provincia)
La politica sa che la maniera per uscirne potrebbe essere quella di avviare una trattativa economica, una sorta di transazione tra la Provincia e Aspem, c’è chi parla dell’ipotesi di una buonuscita che potrebbe piacere alla società multiutility che governa l’azienda ex municipale di Varese. Ma questa è politica. Significherebbe chiedere sacrifici economici ai tanti piccoli comuni della provincia di Varese che dipendono dell’Ato e da Alfa, il grande matrimonio delle reti a cui si è arrivati in questo territorio con grandissimo ritardo rispetto al resto della Lombardia.
E’ anche in questo quadro che pochi giorni fa il presidente della provincia di Varese, Gunnar Vincenzi, ha nominato il nuovo presidente dell’Ato, il sindaco Pd Ercole Ielmini, capo della giunta di Laveno. Il punto era quello di trovare un sindaco che rappresentasse la grande maggioranza dei comuni medio piccoli della provincia di Varese, e che avesse la loro fiducia, nonché la fiducia del presidente di Villa Recalcati.
Ielmini è parsa la persona giusta, perché si occupa da tempo di questi temi e anche perché ha preso una posizione di fedeltà al progetto provinciale rispetto alla restituzione dei soldi del piano stralcio dell’Ato, con cui in sostanza alcuni comuni, negli anni scorsi, avevano trattenuto delle quote che invece devono essere versate alla Provincia per gli investimenti idrici. Sul fronte del ricorso l’interesse della maggioranza dei comuni sembra quello di resistere rispetto alle richieste dell’azienda di Varese: Pd, Lega e Forza Italia hanno trovato un dialogo comune sulla natura pubblica dell’acqua e anche in tribunale appaiono alleati, dove invece il solo comune di Varese appare sull’altra sponda della barricata.
La scelta di Ielmini a capo dell’Ato sembra una sintesi di questi equilibri (anche il M5S in teoria dovrebbe apprezzare ma invece critica sempre Alfa). Le nomine dell’Ato, che è l’ente di controllo della società idrica Alfa srl, sono state effettuate durante le vacanze di Natale. L’assemblea dei sindaci ha indicato il primo cittadino di Cairate Paolo Mazzucchelli, Lega, e il sindaco di Arcisate Angelo Pierobon, Forza Italia, successivamente nominato da Vincenzi vicepresidente. Lo stesso Vincenzi ha invece indicato due primi cittadini nel consiglio di amministrazione, Ercole Ielmini, sindaco di Laveno, Pd, poi nominato presidente, e Fabrizio Caprioli ex sindaco di Gorla Maggiore. E’ rimasto invece nel consiglio d’amministrazione Graziano Maffioli, Udc.
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