Gli studenti della Liuc campioni di Erasmus

L'ateneo di Castellanza è ben oltre la media nazionale in fatto di studenti in mobilità, cioè che studiano in Europa o fuori dall’Unione Europea. «Noi ci prendiamo cura della persona»

Liuc generico

Il dna conta, anche per le università. Essere al centro di un importante distretto industriale dove imprese e imprenditori sono da sempre abituati a cercare sbocchi oltre il cortile di casa, può aiutare a capire i numeri ben oltre la media nazionale generati dall’università Liuc di Castellanza in fatto di studenti in mobilità, cioè che studiano in Europa o fuori dall’Unione Europea.

Dall’anno  accademico 2016-2017 a quello ancora in corso, 2017-2018, c’è stato un aumento degli studenti in uscita del 31%. Un anno fa erano 237  (171 Erasmus, 47  Exchange, 19 doppi titoli), oggi sono 311 con 202 ragazzi in Erasmus, e una seconda selezione rimasta aperta fino al 9 giugno, 76 in Exchange e 33 doppi titoli. Si tratta di un aumento progressivo e consistente considerato che dall’anno accademico  2014 – 2015  al 2016 – 2017 la variazione è stata del 22%.

Le destinazioni preferite  rimangono Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, ma sono Svezia, Polonia e Danimarca a fare un balzo in avanti, rispetto al passato, quali mete per il prossimo anno accademico. Fuori dall’Unione europea, Hong Kong, Stati Uniti e Canada sono i primi tre Paesi scelti, mentre per il 2017 – 2018 trovano interesse Taiwan e Tailandia, ad esempio, fino ad ora meno gettonate.

PICCOLA UNIVERSITA’ SIGNIFICA AVERE CURA DELLE PERSONE
Le dimensioni, in questo caso, contano molto. Il microcosmo accademico di Castellanza ha generato negli anni una rete consistente di università partner nei quattro angoli del mondo. La Liuc può infatti contare su 128 accordi in 48 Paesi, 90 in Europa e 38 in sedici Paesi extra Ue. Un fattore strategico che gli ha permesso di competere con i colossi universitari nella vicina Milano.
Se su duemila studenti quasi il 10% (la media nazionale è del 4%) studia in mobilità e con profitto vuol dire che il sistema interno e la rete di partner funzionano molto bene. «Alla Liuc abbiamo cura ed estrema attenzione verso la persona: lo studente può contare su un tutoraggio e un supporto da parte del nostro ufficio a tutto tondo, “su misura” per tutta la durata del periodo di mobilità: dalle fasi preparatorie dell’iter, al piano di studi, alla soddisfazione delle inclinazioni e passioni personali», spiega Raffaella Angelucci, direttore della divisione didattica – relazioni Internazionali.

Studiare in mobilità all’estero richiede un sistema consolidato in tutti i meccanismi, compresa una grande disponibilità dei professori che devono fare un intenso lavoro per monitorare, valutare e pianificare attività accademica ed esami.  «È sicuramente un investimento per gli studenti e le loro famiglie – spiega Rodolfo Helg, direttore della Scuola di Economia e Management della Liuc  -, ma fare un’esperienza all’estero è, oggi, una condizione necessaria, un’occasione indispensabile di conoscenza, considerato che la gran parte dei datori di lavoro chiede al giovane laureato anche competenze trasversali e capacità di lavorare in contesti differenti».

L’UNIVERSITA’ COME AGENTE DI MARKETING TERRITORIALE
Se c’è un aspetto che caratterizza la Liuc è la sua capacità di coniugare gli aspetti teorico- accademici con l’economia reale e non poteva essere altrimenti, essendo immersa in un territorio determinante nella costruzione del romanzo industriale italiano. Una caratteristica che hanno potuto apprezzare recentemente anche i 13 studenti della Summer School in collaborazione con University of Greenwich, ateneo partner per il programma Erasmus +. Oltre alle lezioni sull’economia italiana e sul made in Italy, i partecipanti hanno visitato importanti aziende della zona, come la Vibram di Albizzate e la Sambonet di Novara, e il Comune di Milano, la principale azienda pubblica del capoluogo di Regione, grazie all’assessore alla digitalizzazione di Palazzo Marino Roberta Cocco, nonché docente di Brand management alla Liuc.

IL TESTIMONIAL
L’esperienza di Pierfrancesco Bombardieri è molto significativa per lo studente che sceglie di studiare in mobilità sia nella triennale che nella magistrale. Dopo l’Erasmus a Siviglia in Spagna, meta scelta per imparare la lingua, ha proseguito con Exchange a Hong Kong. L’università deve fare la sua parte, ma Pierfrancesco è la dimostrazione che un atteggiamento propositivo dello studente può aumentare e di molto le possibilità date in partenza. A Hong Kong lo studente della Liuc ha infatti partecipato al programma “I care” per seguire un progetto di sviluppo in Myanmar, una delle zone più povere del mondo, con altri 15 studenti di 15 nazioni diverse. «Abbiamo partecipato e vinto il bando – racconta lo studente – incrementato la dotazione di diecimila euro con un crowdfunding per portare la corrente elettrica in 70 case di un villaggio remoto attraverso  l’installazione di sistemi di illuminazione ecosostenibile, in questo caso pannelli solari con un’autonomia di tre anni. È stata un’esperienza straordinaria dal punto di vista della crescita personale e anche della capacità di lavorare in team con persone provenienti a culture diverse».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Giugno 2017
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