Rotoprint Sovrastampa, un esempio di economia circolare
Ha portato sul mercato un sistema che permette alle aziende di recuperare interamente le loro rimanenze di imballaggi non utilizzabili
Nell’elenco delle 100 eccellenze che Enel e fondazione Symbola portano ad esempio nel rapporto “100 Italian circular economy stories” c’è anche la Rotoprint Sovrastampa srl di Lainate. L’azienda ha ideato un metodo unico per modificare imballaggi già stampati ma inutilizzabili: in 40 anni salvati dal macero 950mila km di packaging. E grazie alla ricerca sull’ecosostenibilità sarà tra le prime n Italia a usare colori all’acqua per la stampa rotocalco.
Fondata nel 1978 da Gian Carlo Arici, la Rotoprint è la classica media azienda espressione del capitalismo familiare italiano che ha innovato proprio sul tema dell’economia circolare, portando sul mercato un sistema che permette alle aziende di recuperare interamente le loro rimanenze di imballaggi non utilizzabili (a causa di errori, difetti, aggiornamenti nelle etichette, eccetera: avviene più spesso di quanto si pensi).
«Siamo onorati di ricevere questo riconoscimento che valorizza il carattere ecologico e antispreco del procedimento da noi brevettato» ha commentato Giovanni Luca Arici, ceo di Rotoprint e figlio del fondatore. In quarant’anni di attività, Rotoprint ha permesso di non buttare in discarica 950mila km di materiale, quasi 25 volte il giro della Terra. Questo vuol dire anche un’enorme quantità di CO2 in meno perché, se si riutilizza il materiale obsoleto, si evita anche di produrne altro nuovo.
L’azienda di Lainate è specializzata nel modificare graficamente imballaggi già stampati, siano essi in formati (tetrarex, combiblok, elopak, scatole microonda, astucci, blister, cluster, buste, sacchi) o in bobina con supporto mono o pluristrato (alluminio, carta, poliammide, polietilene, polipropilene, poliestere, sleeves, tetrabrik, etichette adesive in rotoli, eccetera).
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