“Siamo sicuri che non si poteva impedire?”

Valerio Zanolla Segretario organizzativo della Cgil

Riceviamo e pubblichiamo

Un’altra morte sul lavoro, un’altra croce, si dice, dovuta ad una disgrazia. Ancora una volta davanti ad una morte sul lavoro l’unica cosa che gli imprenditori e i loro rappresentanti sanno dire è che tutte le norme erano state rispettate, poi magari ci si commuove e ci si sente addolorati per la tragedia.

Siamo sicuri che tutto quanto sia in regola, che non si poteva impedire quello che è un ennesimo orrore? In un recente convegno sull’ambiente e la sicurezza, organizzato dal sindacato CGIL CISL e UIL, il responsabile del servizio sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro dell’ASL di Varese aveva detto: "gli infortuni sul lavoro non sono eventi completamente imprevedibili, si possono invece prevenire e affrontare evitando che possano accadere".

Quindi la tragica morte dell’operaio Davide Rossini del maglificio Dama, poteva e doveva essere evitata. La particolare mansione alla quale era adibito, addetto alla manutenzione, ha già visto altri incidenti a Varese e provincia, ultimo, quello avvenuto in Aermacchi pochi mesi fa.

Nel caso dell’incidente avvenuto al maglificio Dama vi sono molte domande alle quali la magistratura dovrà rispondere, forse non è come dice il legale dell’azienda: "tutto era a posto".

Perché, per esempio, il riscaldamento non funzionava martedì mattino, giorno di ripresa dell’attività lavorativa? Siamo certi che dentro il locale dove è avvenuto l’incidente vi erano tutti gli strumenti di sicurezza?

Sarebbe interessante sapere se nell’azienda ci sono i rappresentanti della sicurezza previsti dalla legge? Se sono stati eletti dai lavoratori oppure, come è più probabile, nominati dall’azienda. Inoltre, se ci sono i rappresentanti della sicurezza (RLS) quale tipo di formazione hanno ricevuto e in che ambito l’anno acquisita?

L’ultima domanda che è legittimo fare come sindacato CGIL dopo la manifestazione tenutasi in piazza Libertà a Varese, davanti alla prefettura, nella "settimana europea della salute e della sicurezza sul lavoro", quanti, nel mondo del lavoro, sono consapevoli dell’esigenza di prestare la massima attenzione al problema della salute e della sicurezza? Su questo non si può fare finta di niente, non si può dire: "non lo sapevo", il sindacato da sempre ne parla, chi fa finta di niente diventa corresponsabile.

Per questa ragione noi come Cgil Varese ci permettiamo di insistere e siamo a disposizione per ogni aiuto anche ai familiari dell’ennesima vittima, per un tutela che vada oltre la semplice solidarietà.

Valerio Zanolla
CGIL VARESE

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Gennaio 2001
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