Viaggio nella Gallarate senza governo
L'amarezza di una città delusa e incerta sul proprio futuro
Seguirà dibattito, scrivevano una volta i programmi dei cineforum. Altri tempi. Anche nella Politica. La discussione, primo o dopo il crepuscolo della giunta Greco, non c’è. O almeno non si vede. Siamo andati a cercarla, tra le stanze della Gallarate che lavora sul territorio. Un quadro necessariamente limitato, non esaustivo. Ma da qualche parte si deve pur cominciare.
La prima tappa del nostro viaggio è al centro studi Aloisianum, uno dei templi della cultura cittadina. Padre Alfredo Imperatori, direttore del centro studi, parla con un pizzico di fatalismo impresso nel tono della voce: "La fine della giunta mi ha colto di sorpresa. Per quello che ho potuto capire mi é parsa una lotta di potere. Certo non é una cosa che giova all’immagine della città. Soprattutto considerando che ora avremo un periodo senza governo". Ma questa politica, insistiamo, quanto si sta allontanando dai cittadini? "Beh, la politica dovrebbe guardare al bene comune, ma qui sembra che sia l’ultima cosa che viene considerata. Però é un problema di tutto il nostro paese, non solo di Gallarate. Ci vorrebbe una maggiore formazione politica, perché la qualità della classe dirigente non é sempre all’altezza. E poi basta con le guerre ideologiche: si giudichino i governi sulla base dei risultati e tutto il resto lo si metta da parte". Ideologia, guerre di potere. Ma Angelo Greco, nel suo commiato polemico, ha parlato dello strapotere dei centri commerciali. L’ha definito "la madre di tutte le questioni". Tanto importante che in via Vespucci, sede dell’Associazione Commercianti, non si parla d’altro, almeno da due anni. "Noi quello che pensiamo l’abbiamo detto chiaramente mesi fa" spiega il direttore generale Gianni Barzaghi. "Credo che le nostre posizioni siano molto chiare, ora speriamo che i politici facciano chiarezza tra di loro. Il comparto centri commerciali è già saturo, e sarebbe un ulteriore squilibrio puntare sulla grande distribuzione". Ma Gallarate non è solo cemento. E’ anche progetti sociali e associazionismo. Roberto Sartori, anima della Fondazione Exodus, quella che ha portato i volontari alla stazione, nel cuore dell’emarginazione cittadina, ritorna sul tema della discussione che non c’é: "Non voglio ovviamente entare nel merito della questione politica – racconta -, però ho l’impressione che a pagare sono, come sempre, i più deboli. Questo perchè molti progetti sociali sono legati ai tempi della pubblica amministrazione, che adesso sono sospesi. Siamo rimasti un po’ sbigottiti. E mi dispace che non ci sia stato un dibattito in città su quanto succedeva. Alla fine é rimasta una questione tutta interna ai partiti. Per il futuro speriamo che ci sia un governo forte con responsabilità e progettualità. la giunta Greco, in questi anni, non aveva dato risposte su alcuni temi forti. E mi riferisco, in particolare, alla questione immigrazione. Cosa rimane? Un’impressione di poco spessore politico". Molto più duro Pino Borgomaneri delle Acli cittadine. "E’ stato un teatrino, come una sorta "Natale in casa Cupiello". Io non avevo dato molto peso, all’inizio, a questa ennesima crisi. Ne avevamo già viste tante. Invece l’hanno giubilato sul serio. Ma Greco non aveva comunque brillato. Noi avevamo posto con forza i problemi degli immigrati e della casa di riposo, e la giunta non aveva accettato il dialogo. Ora dicono che hanno mandato via il sindaco per salvare la città. Beh, mi pare una cosa buffa. Basta vedere com’è oggi Gallarate per mettersi le mani nei capelli. I cittadini sono stati trattati davvero male in questi anni". Un altro dei laboratori sociali della città, Il Melo, si trova ad esprimere preoccupazione per la situazione politica. "Come operatori nel campo sociale e culturale, non possiamo che trovarci estremamente a disagio in una situazione che, pur essendo originata da logiche politiche che poco hanno a che vedere con il nostro lavoro quotidiano, si riflettono poi puntualmente su situazioni in cui siamo invece direttamente coinvolti (collaborazioni in itinere con l’Amministrazione Comunale che attendono di essere perfezionate e che subiscono ritardi o annullamenti). Come cittadini – dichiarano i dirigenti del centro di solidarietà Franca Bergo, Daniela Foglia, Rita Nichele, Marco Predazzi e Angela Romano – dobbiamo purtroppo constatare che la "confusione" a livello politico nazionale si riflette a livello locale fino a minare i presupposti fondamentali della corretta gestione amministrativa". Le forze sindacali riportano il discorso sul mondo del lavoro e sulle prospettive di sviluppo del territorio. "L’attuale crisi che sta vivendo l’amministrazione di Gallarate non è che da attribuire ad alleanze spurie che l’hanno tenuta insieme senza prospettive di continuità" é il giudizio di Umberto Colombo della Camera del Lavoro-Cgil di Gallarate. "Conduzioni come questa hanno però fatto perdere alla città di Gallarate la centralità, che è invece indispensabile, come Comune punto di riferimento per le Amministrazioni che ruotano attorno a Malpensa". "Per quanto riguarda il futuro, se le soluzioni che verranno trovate riproponessero di fatto di non avere un progetto programmatico di lungo respiro si ripeterebbero le stesse condizioni. In ogni caso -conclude Colombo – come sindacato, a chiunque sarà alla guida della città chiediamo una maggiore attenzione ai problemi del lavoro e dell’occupazione". "Una crisi politica non é mai un fatto positivo – commenta invece Luigi Maffezzoli, segretario della Cisl Ticino-Olona – e questa è maturata tutta all’interno dei partiti. Non é stato un esempio di buona e nuova politica. Mi auguro solo un risultato positivo con candidati autorevoli che diano stabilità. Certo, l’avvio lascia perplessi. Le motivazioni non sono apparse chiare. Sembrano più legate a equilibri nazionali. Così, ancora una volta, si é messo in secondo piano il bene del territorio. Gallarate é una delle città più esposte allo sviluppo di Malpensa, sottoposta a un grande cambianto del mondo del lavoro. L’industria rimane centrale ma avanza una forte terziarizzazione. Abbiamo bisogno di una forte capacità di collegamento tra soggetti, che la politica deve saper interpretare. Il dirigismo, in questa società complessa, non ha più senso". Ritorniamo a Palazzo Borghi, in un Municipio svuotato, per almeno due mesi, del suo ruolo di decisore politico. Il commissario prefettizio Castelnuovo é già al lavoro. La crisi influisce anche sull’immagine della città. Una battuta la cerchiamo anche da Vittorio Pizzolato, animatore della Pro Loco. "Provo una certa amarezza – dice – perché la città é in difficoltà. Voglio solo dire che c’é bisogno di una guida per far rivivere Gallarate. Ma, in politica, cose di questo tipo possono succedere". Accanto al Municipio, nella Basilica di S.Maria Assunta, don Ambrogio Piantanida, é pensieroso. "E’ un po’ di giorni che sto pensando a questa situazione. Vorrei riflettere ancora un po’ perché credo che i cittadini abbiano capito poco di quel che è successo. E’ una questione molto seria. Dirò qualcosa di più preciso quanto avrò trovato le parole giuste". |
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