In barca a vela per governare il diabete

Dal 16 al 22 giugno un corso per ragazzini diabetici un pò speciale, dove lo sport insegna ad avere a che fare con la malattia

Dal 16 al 22 giugno 2001, a Cerro di Laveno, sul lago Maggiore, si terrà un campo scuola per ragazzi diabetici consistente in un corso di vela ed educazione sanitaria tenuto da medici ed infermieri della clinica pediatrica di Varese diretta dal professor Luigi Nespoli. Il campo è stato organizzato dal dottor Alessandro Salvatoni, ricercatore dell’università dell’Insubria, in collaborazione con la scuola del centro vela diretta da Gianluigi Airoli, istruttore FIV. Vi partecipano 15 ragazzi diabetici di età compresa tra gli 8 e i 15 anni.

Perchè si è scelto un corso di vela piuttosto che un generico soggiorno in montagna o al mare, come era consuetudine per simili iniziative?Perchè, spiega il dottor Salvatoni, "avviando i giovani diabetici allo sport della vela si tenterà da una parte di stimolarne l’autonomia e d’altra parte di far loro scoprire delle utili similitudini tra il governo della barca a vela e la gestione del diabete". 

"Governare il diabete" (la barca a vela non si guida, ma si governa) è quindi un progetto che intende trasmettere ai ragazzi diabetici la passione per uno sport che può aiutarli a gestire meglio i loro problemi di salute.

Il diabete giovanile è una malattia cronica che colpisce bambini della più tenera età (alcuni bambini sviluppano il diabete già nel primo anno di vita) fino a giovani adulti e deve essere curato con quattro o più iniezioni quotidiane di insulina e altrettante determinazioni della glicemia.

Nella sola provincia di Varese ogni anno esordiscono dai trenta ai quaranta nuovi casi di diabete giovanile. L’età più problematica per la gestione della malattia è quella adolescenziale, durante la quale il controllo della malattia diventa più difficile a causa degli squilibri ormonali tipici di questa età e del frequente atteggiamento di rifiuto della malattia che i ragazzi assumono in questo difficile periodo della loro vita. Gli stili di vita proposti dai coetanei sono spesso incompatibili con un buon controllo della malattia. L’uso indiscriminato di bibite più o meno alcoliche, la mancanza di una regola nella frequenza e nella composizione dei pasti associata ad una vita contraddistinta da comportamenti trasgressivi, fonte di sempre maggiori emozioni, conducono il ragazzo o la ragazza a trascurare la malattia entrando in un pericoloso tunnel che conduce ad un crescente rischio di svilupare complicanze quali la nefropatia, che nei casi più gravi conduce all’inusfficienza renale cronica e la retinopatia che può compromettere più o meno severamente la funzione visiva.

Come si è anche recentemente sottolineato nel corso del recente convegno "Forum Diabete Giovani" tenutosi a Stresa (NO) alla fine di marzo, obiettivo del campo non è l’insegnamento teorico o teorico-pratico della gestione del diabete; il campo non deve essere sentito dai ragazzi come "una scuola", ma piuttosto un’occasione per proporre loro nuove esperienze e stili di vita in un ambiente protetto e gioioso, nel quale possono avere l’opportunità di condividere con altri ragazzi momenti di svago e contemporaneamente di testare la propria autonomia nell’autogestione del proprio diabete.

Le lezioni di vela si terranno, tempo permettendo, sia di mattina che di pomeriggio su 12 Optimist, piccole imbarcazioni monoposto destinate a ragazzi dagli 8 ai 14 anni. Tre istruttori di vela, tre medici ed un’infermiera professionale seguiranno i ragazzi in acqua a bordo dei tre gommoni. Un obiettivo ulteriore del campo scuola è quello di formare i giovani medici, infermieri e, perchè no, istruttori di vela, all’assistenza del giovane diabetico. Il sostegno economico dell’iniziativa è in parte a carico dell’Ospedale del Circolo di Varese e dell’Università degli Studi dell’Insubria, che mettono a disposizione i loro medici, e della Regione Lombardia che provvede al rimborso delle spese di soggiorno dei medici e al 50% delle spese di soggiorno dei ragazzi. Il corso di vela è invece finanziato dal Comitato per la Tutela del Bambino in Ospedale, una ONLUS che ha tra i suoi scopi quello di migliorare la condizione sanitaria data ai piccoli pazienti.

Se l’iniziativa avrà il successo atteso (al momento le richieste di partecipazione sono superiori ai posti disponibili) è possibile prevedere che la stessa formula possa essere applicata ad altre patologie croniche con importante impatto sociale come l’asma e l’obesità.   

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Aprile 2001
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