Ripartono dal delitto di Cugliate le indagini sulla strage di Induno

Prime ore in carcere per Pietro Pollizzi, accusato di omicidio

Pregiudicato ma con "esperienze" maturate più in Svizzera che in Italia; giovane, ma deciso a salire di grado nel mondo degli affari illeciti. Ritratto in venti parole di Pietro Pollizzi, l’uomo che lunedì notte si trova in carcere con l’accusa di aver freddato Giorgio Perboni, l’ex rapinatore ucciso in un agguato mortale nei pressi del cimitero di Cugliate Fabiasco. E dietro questo spietato regolamento di conti fa capolino l’indagine sul duplice delitto di Induno Olona del ‘99, quello costato la vita a due guardie giurate davanti al supermarket Esselunga. Questo squarcio è maturato dopo che nel monolocale di Brusimpiano dove Pollizzi è stato arrestato, i carabinieri hanno trovato anche un fucile d’assalto dell’esercito elvetico; è un modello identico a quello usato nell’assalto di Induno Olona, un’arma che assai raramente ha fatto la sua comparsa in fatti di sangue. E’ ancora presto per dire se quel fucile è stato usato per uccidere le due guardie giurate ma proprio per risolvere il dilemma l’arma è stata inviata agli specialisti della polizia scientifica di Parma. Nel frattempo il pubblico ministero Anna Giorgetti è impegnata a ricostruire il delitto di Cugliate. Pollizzi, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe già parzialmente ammesso le sue responsabilità nella morte di Perboni, anche se la prova del nove verrà fornita nelle prossime ore dall’esame del guanto di paraffina, grazie al quale verrà stabilito se sulla pelle o sugli abiti dell’arrestato ci sono tracce di polvere da sparo. La versione raccontata a caldo avrebbe però alcune incongruenze che sono tuttora al vaglio degli inquirenti; di sicuro si è saputo che altre due persone sono indagate a piede libero per favoreggiamento; avrebbero collaborato almeno indirettamente con Pollizzi per attirare Perboni nell’agguato mortale. Domani è previsto l’interrogatorio di convalida davanti al giudice, per le indagini preliminari Ottavio D’Agostino; si diceva dei precedenti dell’arrestato: sarebbe stato coinvolto alcuni anni fa in una grossa inchiesta per traffico di stupefacenti condotta dalla magistratura di Lugano. Nell’occasione era stata smantellata una banda composta quasi esclusivamente da italiani. In conseguenza di quella indagine Pollizzi era stato espulso dalla Confederazione Elvetica.

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Pubblicato il 31 Maggio 2001
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