«A Chiasso un treno di attivisti ogni ora»

Alta la tensione anche tra le forze di polizia svizzere. A spiegare cosa si sta facendo oltreconfine il responsabile della locale stazione di polizia cantonale, Edy Gaffuri

Manganellate, lacrimogeni, sit-it sui binari dei treni. Polizia in assetto di guerra. Tutto questo ieri sera tra le 18 e le 20 prima alla stazione, poi presso la dogana di Chiasso "strada", giusto a pochi metri dalla frontiera italiana, dove diverse decine di attivisti provenienti dalla Germania, armati di bicicletta imbarcata sui treni, si sono scontrati con la polizia svizzera.
A detta del responsabile della Gendarmeria Cantonale Svizzera di Ponte Chiasso Edy Gaffuri, la causa scatenante dei tafferugli sarebbe da attribuirsi a quattro dei numerosi viaggiatori che sono stati ieri sera respinti dalle forze di polizia italiane nel corso dei controlli avvenuti sulle carrozze attorno alle 17.30. Sembra che i quattro fossero stati già più volte respinti e dichiarati come "non graditi" dalle forze dell’ordine.

O tutti o nessuno, quindi, è stato a qel punto il grido di battaglia da parte degli anti globalizzatori. La protesta, così innescata, ha generato un vero e proprio sit-in sulle rotaie della stazione. A quel punto la polizia cantonale ha minacciato di sparare alcuni lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che hanno "rotto le righe" spontaneamente. La manifestazione si è spostata di li a poco sulla viabilità cittadina che conduce giusto di fronte alla dogana Svizzera, così da bloccare la circolazione delle auto.

«L’interruzione del traffico – continua Gaffuri – è un reato che in Svizzera viene punito dal Codice Penale. Tuttavia era nostra intenzione evitare lo scontro fisico e fare di tutto per placare gli animi, ma una volta verificata l’impossibilità di far transitare i mezzi, interrompendo il traffico internazionale, non abbiamo avuto altra scelta se non quella di agire con gli agenti M.O. (mantenimento ordine pubblico, l’antisommossa elvetico, ndr)».
A quel punto sono fioccate le manganellate, anche a carico del consigliere regionale di PRC Martina, che si era recato sul posto per intavolare una mediazione tra forze dell’ordine e manifestanti.

Poi la fine di tutto, col treno che è ripartito verso Genova senza i quattro manifestanti.
Nelle ultime ore anche tra gli agenti della polizia elvetica si vedono spuntare sfollagente e divise blu scuro. La tensione è quindi alta più che in altri valichi, ma il motivo sembra ricondursi alla presenza della stazione, dove transitano numerosi treni proprio dal nord.
«A Chiasso – conclude Gaffuri – transitano ogni ora treni sui quali viaggiano decine di attivisti verso Genova, e solo la collaborazione con le forze dell’ordine italiane, con le quali operiamo in concerto, può assicurare un debito controllo sui viaggiatori>>.

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Pubblicato il 17 Luglio 2001
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