Egregio Direttore,
Le mando in merito alcune riflessioni alla vita amministrativa della nostra città. Riflessioni che partono dal lontano 1966, quando venuto a Varese da Goito (MN) in cerca di lavoro, condizione comune allora a tante persone, mi sono presto inserito e ritrovato ad amare Varese e i suoi incantevoli dintorni e dalla metà degli anni 80 impegnato nelle istituzioni locali per partecipare al miglioramento della qualità della vita di Varese.
Quante delusioni: dalle giunte D.C.-P.S.I all’attuale giunta leghista.
Penso che nemmeno tangentopoli abbia insegnato nulla.
Si continua come sempre ad un consumo indiscriminato del territorio senza discutere né di prospettive e tanto meno di vocazione futura di Varese, siamo sempre all’improvvisazione.
Le porto un significativo esempio, sono più di venti anni che si parla di tangenziali senza fare assolutamente nulla, nel frattempo le auto ci hanno sommerso con conseguenze per la nostra salute estremamente preoccupanti. Recentemente ho letto che il Sindaco, per le tangenziali fa riferimento alla "pedemontana" o "pedegronda" che però, oltre l’inutilità e allo scempio di nuovo territorio, sarà, se realizzata, completamente ininfluente per la soluzione dei problemi viabilistici della nostra città. Sono purtroppo, come altri consiglieri, ormai abituato a leggere sulla stampa locale di decine e decine di proposte fatte dal Sindaco Fumagalli, ma mai discusse ne in commissione e tanto meno in Consiglio Comunale. Se i varesini avessero la pazienza di leggere i verbali dei vari interventi in Consiglio Comunale si renderebbero conto del totale silenzio del loro Sindaco nelle istituzioni, con il conseguente risultato del totale esautoramento delle stesse, denunciato anche da alcuni esponenti della maggioranza.
Siamo di fronte all’affossamento della Democrazia rappresentativa e di uno scenario dove chi tira le fila delle scelte amministrative per Varese non siede certo in Consiglio Comunale.
Negli ultimi mesi poi si sono verificati fatti per i quali non è azzardato dichiarare che questa maggioranza sta riscrivendo nuove "leggi razziali". Faccio riferimento al durissimo attacco portato agli stranieri ai quali si vorrebbe negare, anzi gli viene di fatto negato, con un regolamento comunale, l’accesso per i propri figli agli asili nido, impedimento che si estende anche agli italiani non residenti a Varese, regolamento anticostituzionale e contrario alla Carte Europea dei Diritti.
Agli attacchi contro l’apertura di un Ambulatorio Sanitario per i senza fissa dimora e per extracomunitari clandestini, iniziativa peraltro a costo esiguo per le prestazioni volontarie di medici e personale sanitario, ma di grande valore etico, morale e sociale, che non si può non condividere e sostenere.
Al taglio del pasto serale, in estate, alle persone indigenti (otto) che alloggiano nella casa-albergo di via Maspero, a fronte di 10 miliardi e mezzo di avanzo di amministrazione.
Viviamo in una città tra le più ricche e progredite del mondo che sta escludendo dalla vita collettiva chi non ha mezzi e chi non ha il "patentino" della varesinità con atti e politiche che vogliono usare le persone solo come "merce", ricordando loro ossessivamente i doveri e senza riconoscergli il minimo diritto.
Questa maggioranza non "vede" che, come gli emigranti venuti dal sud, dal Veneto e dalla stessa Lombardia negli anni 60, tanti stranieri con le loro famiglie si sono da tempo inserite nella vita sociale, culturale e produttiva di Varese e che la società multiculturale è di fatto in essere. Se chi ci governa per un attimo dovesse distogliersi dal logorante esercizio della spartizione dei posti di potere forse si accorgerebbe della realtà e che non si può umiliare un’intera collettività che ha bisogno di politiche che rendano la città vivibile a tutti indipendentemente dal reddito, dal colore della pelle e dall’appartenenza politica o religiosa. Solo ripartendo da questi presupposti e con più disponibilità al confronto, sia in Consiglio che con i cittadini e i loro vari comitati, si potrà invertire un modo di fare politica, proprio di questa maggioranza, che sempre più allontana i cittadini dalla vita istituzionale. Queste poche righe non sono e non vogliono essere uno sfogo, ma il non rassegnarmi al degrado sociale, culturale, urbanistico e politico che ci sta invadendo e il non rassegnarmi ad una Varese che non possa cambiare e recuperare anni di vita amministrativa che non permettono un futuro credibile.
Grazie e distinti saluti
Carlo Scardeoni
Cons. Comunale Rifondazione comunista Varese
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