“Saronno non è più solo una città dormitorio”
L’assessore all’urbanistica De Wolf spiega la direzione scelta negli ultimi due anni: l’influenza dell’edilizia pubblica che ha portato la città a non diventare un quartiere milanese. Molti i progetti per il futuro
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“Quando due anni fa sono arrivato a Saronno come assessore all’urbanistica chiamato dal neo sindaco Gilli” racconta Giorgio De Wolf: “una delle cose che mi ha colpito di più è stato constatare come la città fosse un bacino estremamente interessante sia per la posizione geografica, sia per le infrastrutture presenti”. Così esordisce De Wolf per spiegare i primi due anni di operato della giunta Gilli nel settore a lui competente. L’assessore spiega come al suo arrivo, secondo lui non fosse tutto sfruttato al meglio: “non erano stati messi in atto i fattori che sfruttassero tutte le potenzialità del territorio”.
Saronno si trova infatti, con i suoi oltre 37 mila abitanti, al centro del confine delle tre province di Milano, Como e Varese: inoltre il vicino aeroporto intercontinentale Malpensa e le ferrovie Nord che fanno scalo nella stazione di Saronno oltre che con i vari treni anche con il Malpensa Express, rendono la città un vero e proprio centro nevralgico del territorio. In seguito a ciò sono destinati quindi ad aumentare qualità e quantità dei servizi, senza comunque andare ad intaccare il territorio, già comunque altamente edificato: puntare quindi sulla riqualificazione, compito decisamente non facile. “In queste condizioni, non potevamo permettere che Saronno rimanesse congelata a cittadina: o Saronno si svegliava o avrebbe perso il treno della crescita. Abbiamo quindi più lavorato sull’instaurare rapporti nuovi con i cittadini: sono soddisfatto che questo progetto di riqualificazione sta finalmente dando i suoi risultati”.
L’assessore De Wolf fa riferimento ai numerosi cantieri aperti o in programma in città: il futuro e imminente ripristino della “passeggiata dei saronnesi” ovvero sarà ripristinato l’asse pedonale delle tre chiese principali della città, oppure il futuro rifacimento di Piazza Cadorna, ancora in fase di studio, ma necessario vista l’esorbitante crescita dell’affluenza alla stazione negli ultimi anni.
“Se è vero che l’edilizia è aumentata, abbiamo comunque operato sempre nei limiti del piano regolatore generale” prosegue De Wolf: “non abbiamo concesso un metro cubo in più di quello che era concesso, anzi come nell’area Cemsa le abbiamo diminuite. Non è importante che comunque questo dato sia aumentato, ma che si sia verificato un riequilibrio notevolissimo tra le diverse funzioni oggetto di costruzione”. L’assessore fa riferimento al fatto che non vi sia più, negli ultimi due anni una dominanza di edilizia pubblica o di quella privata: mentre fino al ’99 la produzione edilizia residenziale era preponderante (95% di quella generale) “oggi abbiamo ottenuto un riequilibrio: oggi a volte la produzione edilizia residenziale è perfino inferiore a quella pubblica. Anche di questo siamo molto soddisfatti: c’era il pericolo che Saronno si trasformasse in una città residenziale, una città dormitorio dove si veniva da Milano a dormire, ma non è più così: adesso abbiamo o stiamo per avere una città destinata a svilupparsi”. Nell’ultimo anno (2000) sono stati infatti edificati 70 mila metri cubi residenziali, 45 mila produttivi, 37 mila commerciali, mentre nel 2001 saranno 130 mila residenziali, 100 mila produttivi e 250 mila commerciali o direzionali. “Questo è il passato e naturalmente stiamo già affrontando il futuro: con la stessa filosofia stiamo affrontando il recupero della grande area dismessa Isotta Fraschini, stiamo trattando una serie di convenzioni con le Ferrovie Nord per una serie di interventi come il sottopasso per il ripristino dell’asse delle tre chiese, che sarà il nuovo polo culturale e cuore della città, come sottolineato nel documento di inquadramento presentato a inizio anno. Sono tutti interventi che potranno dovranno lasciare il segno per la crescita della città”.
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