Il Comune agevola le scuole private. Sulla norma è subito polemica

L’articolo, presentato dal Cdu, entra a far parte dello statuto di Palazzo estense. La Lega si divide in due

“Il Comune favorisce e agevola iniziative volte alla costituzione di nuove istituzioni scolastiche della scuola dell’obbligo”. Ma agevolare e favorire l’istruzione privata può rientrare tra i compiti di un ente pubblico locale? Da ieri sera la contestata norma è inserita nello statuto di Palazzo Estense: l’emendamento, presentato dal Cdu è passato con i voti di Forza Italia e di metà di quelli leghisti. Il consiglieri del partito di maggioranza, ai quali il capogruppo Binelli aveva lasciato libertà di scelta, si sono infatti divisi in due. Prima che la norma entri definitivamente nella “carta” fondamentale del Comune occorrerà attendere stasera: in consiglio comunale è atteso il voto finale sull’intero statuto ma l’esito della votazione potrebbe non essere scontato. Il documento ha infatti bisogno di un quorum minimo di 28 voti favorevoli, soglia non facilissima da raggiungere. La bozza di statuto approdata in consiglio comunale era infatti frutto di un lavoro “bipartisan” affrontato per due anni in commissione; le correzioni apportate ieri sera – e in particolare quella sull’istruzione – potrebbero aver mutato delicati equilibri. L’esito si gioca comunque su poche unità. Qualunque sia la conclusione della vicenda, la norma pro istruzione privata ha fatto discutere a lungo ieri sera l’assemblea pubblica. L’emendamento era stato presentato dal consigliere del Cdu Mauro Pramaggiore e dai suoi colleghi Nocera e Navarro. Il testo completo dell’emendamento è questo: «Il comune favorisce e agevola le iniziative volte alla costituzione di nuove istituzioni scolastiche della scuola dell’obbligo cui ogni cittadino liberamente possa affidare la propria educazione». Una affermazione che dice tutto e niente, una sottolineatura politica e istituzionale alla quale dà però sostanza un quesito posto dal consigliere di Varese Città Massimo Natali: «La norma comporterà degli oneri per il Comune di Varese?». Risponde Pramaggiore: «Se un ente si assume un impegno deve essere pronto a farsi carico anche dei relativi oneri. Se si tratta di una lira o di un milione di euro adesso non possiamo dirlo: questa è la discussione sullo statuto, non sul bilancio». La risposta è lungi dal tranquillizzare i dubbiosi: la sinistra con Azzali e Scardeoni si dice contraria: «Nessuno impedisce già oggi a una scuola privata di nascere, che bisogno c’è di inserire quel passaggio nello statuto del Comune?». Viene chiamato in causa anche l’articolo della Costituzione che sì lascia mano libera all’istruzione non pubblica, ma senza oneri a carico dello stato. Viene anche ricordato che proprio negli ultimi cinque anni è nato in un istituto privato, la scuola Moinsignor Manfredini, in un immobile comunale, la ex Leonardo Da Vinci, così come la Scuola Padana si è insediata nella ex scuola elementare di calcinate del Pesce. Binelli, per la Lega, non dà indicazioni in sede di dichiarazioni di voto, i rappresentanti del Carroccio votano secondo coscienza. Risultato finale: 17 sì (Cdu, Forza Italia e metà Lega), 12 no (Ds, Rifondazione, Lista Civica e l’altra metà del Carroccio). Stasera l’esito finale.

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Pubblicato il 18 Dicembre 2001
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