Delitto Biagi: riunito in seduta straordinaria il Consiglio regionale della Lombardia

Gli interventi del Presidente Fontana e dei capigruppo

Riceviamo e pubblichiamo

"Dopo Ruffilli, Tarantelli e d’Antona questo delitto colpisce coloro che hanno scelto di mettersi al servizio del proprio Paese. Oggi la nostra Assemblea regionale rende omaggio al professor Marco Biagi, consulente del Governo, stimato e autorevole studioso delle problematiche del lavoro, ultima vittima della folle strategia terroristica".

Con queste parole il Presidente del Consiglio Attilio Fontana ha commemorato nel discorso di apertura della riunione straordinaria del Consiglio regionale della Lombardia la figura dell’economista bolognese. "Questo efferato delitto – ha aggiunto il Presidente Fontana – non ci intimidisce perché le nostre Istituzioni democratiche hanno la forza delle regole condivise, del consenso dei cittadini e si sono ulteriormente consolidate attraverso uno sforzo unanime di tutte le componenti del nostro Paese".

A nome della Giunta regionale e del Presidente Formigoni, impegnato a Roma nella riunione settimanale della Conferenza unificata Stato-Regioni, ha parlato l’assessore regionale alle Attività produttive Alberto Guglielmo, il quale ha sottolineato l’impegno riformista del professor Marco Biagi "un uomo che saputo scavalcare gli steccati dell’ideologia e della contrapposizione dogmatica, pur restando, e orgogliosamente, un membro della sinistra riformista. Marco Biagi – ha proseguito Guglielmo – non era un grigio burocrate, ma un tecnico nel senso più alto e nobile del termine. Era un cattolico, un uomo di convinzioni, mai nascoste e anzi rivendicate e limpide. Le stesse che lo hanno portato a perseguire, assieme a Governi diversi e anzi di opposto colore, il proprio disegno riformatore". L’assessore Guglielmo ha inoltre invitato a non tradire l’insegnamento lasciato da Biagi, sottolineando e rivendicando il valore del "reciproco confronto" e della "contrapposizione ferma tra diverse opzioni programmatiche", riconducendo "il confronto entro i suoi giusti binari".

Mino Martinazzoli

è intervenuto a nome dei gruppi consiliari di Popolari, Ds, Verdi e Rifondazione Comunista. "Vogliamo esprimere vicinanza e pietà umana nei confronti di un innocente barbaramente assassinato, di una vedova e di due orfani. Anche noi come loro siamo orfani: di un cittadino dei migliori, un uomo che aveva fatto della riflessione e della ricerca il senso della propria vita. Biagi era un uomo della mediazione e del dialogo, come altri – da Moro in giù – non a caso vittime privilegiate del terrorismo". Martinazzoli ha poi manifestato ferma condanna per un terrorismo "dal rituale mafioso", augurandosi "che siano assicurati alla giustizia gli assassini". "L’esercizio della democrazia è faticoso – ha concluso Martinazzoli – e questa vicenda ci insegna che le parole valgono. Noi tutti, anche qui, dobbiamo sforzarci di cercare la verità nel segno di quanto disse Voltaire: Non condivido nulla delle tue parole ma darei la vita per garantirti di pronunciarle".

Il capogruppo del Cdu Domenico Zambetti ha sottolineato che "Marco Biagi era un uomo libero, armato solo delle proprie idee, e per questo è stato assassinato. E’ stato sempre così nella storia del terrorismo e ad anche in questo caso si ripete. Quello che mi fa più riflettere – ha aggiunto Zambetti – è che gli autori di questo efferato delitto vogliono ancora una volta intervenire brutalmente nel processo democratico del Paese".

Accennando ai trascorsi politici di Biagi, iscritto al Psi prima e allo SDI dopo, candidato alle comunali di Bologna nei primi anni Ottanta, Roberto Biscardini (SDI) lo ha ricordato con particolare commozione. "Immaginate – ha detto – che cosa si prova quando si perde un amico. Il terrorismo ha voluto colpire un intellettuale riformista del quale non abbiamo sempre condiviso i pareri ma di cui abbiamo sempre rispettato il lavoro. Il suo sacrificio ci deve portare a ricercare insieme i valori che ci accomunano, evitando di esasperare ciò che invece ci divide: dobbiamo rispettare la democrazia, rispettare il principio dell’alternanza per fare dell’Italia un Paese normale".

Il capogruppo dei Radicali, Lorenzo Strik Lievers, ha espresso piena condivisione con le parole pronunciate dal Presidente Fontana, invitando i presenti a evitare commemorazioni banali. "Oggi nella sua rubrica quotidiana Adriano Sofri ha scelto una sola parola; "Silenzio". Vuole essere questa – ha proseguito Strik Lievers – anche la nostra parola. Dobbiamo esprimere solo il nostro dolore e la nostra angoscia per quanto successo e ancora potrebbe succedere, ma nel fare questo dobbiamo essere intransigenti nel proseguire la battaglia intrapresa per riformare l’articolo 18. Al terrorismo – ha concluso Strik Lievers – dobbiamo contrapporre l’alternativa della non violenza, senza dare protagonismo politico a qualche povero illuso e disperato".

Poche parole, ma ferme e chiare anche quelle pronunciate da Sveva Dalmasso (Per la Lombardia). "E’ da qui, dalle istituzioni regionali, che dobbiamo riaffermare con forza la democrazia, e la prima regola anche tra di noi è quella del rispetto per l’avversario e per le sue idee. Il terrorismo purtroppo – ha detto la Dalmasso – è il non riconoscimento e la negazione di questo rispetto".
"Ho sentito cose in questi due giorni – ha affermato il capogruppo di Alleanza Nazionale Romano La Russa – che non possono fare riflettere sulla pochezza della politica italiana o mglio degli uomini politici italiani. Pur promettendo che anche a livello istituzionale se vi sono state mancanze, omissioni, superficialità deve prevalere il criterio della responsabilità, così come lo stesso criterio deve prevalere per coloro che per mere motivazioni politiche hanno esacerbato e continuano ad esacerbare il clima sindacale invischiandone delle motivazioni che rendono necessaria la riforma del mercato del lavoro per la quale il professor Biagi si batteva. Vile è stato il crimine nelle sue modalità, vile la scelta della persona, vile il momento scelto. Strali e accuse gettate dall’uno all’altro – ha concluso La Russa – assecondano la strategia dei criminali esecutori di questo delitto. Interventi come quello fatto ieri alla Camera dall’onorevole Di liberto non dovrebbero infatti mai essere pronunciati in situazioni come quella che stiamo vivendo".

Alle parole di La Russa, i consiglieri di Rifondazione Comunista – Confalonieri, Lombardi, Locatelli e Martina – hanno abbandonato l’Aula per protesta.

"Questo è il momento del cordoglio e della solidarietà umana – ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord, Davide Boni – Non dico tutto ciò che ho nel cuore perché dovrei indicare responsabilità pesanti. Biagi non è un martire di questa o quella parte politica ma è stato ucciso per dare un segnale a tutti. Personalmente sono dispiaciuto che alcuni consiglieri abbiano abbandonato l’Aula. Penso che oggi si sia persa un’utile occasione di confronto nell’ambito dell’istituzione che come consiglieri regionali rappresentiamo".
"Il dibattito politico di questi mesi– è intervenuto il capogruppo di Forza Italia Giulio Boscagli – è stato caratterizzato da inspiegabili eccessi. La tentazione delle forze in campo a delegittimarsi reciprocamente lo ha avvelenato al punto che è necessario fare un passo indietro e ripartire da quel che ci accomuna tutti. Senza rinunciare alle differenze. Perché il rispetto dell’altro non sta nel tacere ciò che ci divide ma nell’affermare con forza ciò che ci unisce. Il terrorismo nasce dall’utopia di creare un mondo perfetto che non accetta i tempi lunghi e le mediazioni imposte dalla realtà, è figlio dell’ideologia che non accetta la realtà", ha aggiunto Giulio Boscagli, che ha poi invitato a moderare i toni: "Il nostro Paese ha già conosciuto cattivi maestri che hanno spinto un’intera generazione a un generoso quanto suicida assalto al cielo, e l’ha costretta a pagare il prezzo del massimalismo ideologico e narcisista. E’ forse ora di cominciare davvero a misurare le parole. Tutti quanti".

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Pubblicato il 21 Marzo 2002
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