Riforma delle comunità montane, i DS si astengono

Il progetto conclusivo prevede una valorizzazione dell'autonomia statutaria delle comunità montane ed in tempo stesso un criterio partecipativo e concertativo per le nuove delimitazioni territoriali

Riceviamo e pubblichiamo

Si è concluso in Commissione "Affari istituzionali" l’esame dei progetti di Legge sulle Comunità Montane che sono stati oggetto di un ampio confronto con le realtà delle diverse province lombarde.
Importante è risultato il contribuito del centrosinistra, sia a livello regionale che territoriale.
In sede di audizione erano emerse valutazioni perticolarmente critiche riguardanti, in particolare, i criteri per le delimitazioni territoriali e la norma transitoria, che di fatto prevedeva il commissariamento delle attuali comunità montane.
In sede di commissione sono stati introdotti cambiamenti significativi che hanno portato alla definizione di un nuovo testo che ha recepito suggerimenti e proposte, avanzate sia in sede di audizione che di commissione. Il progetto conclusivo prevede una valorizzazione dell’autonomia statutaria delle comunità montane ed in tempo stesso un criterio partecipativo e concertativo per le nuove delimitazioni territoriali.
La decisione riguardante la definizione delle zone omogenee prevede una consultazione delle conferenze provinciali e conclusivamente il voto del consiglio regionale. In secondo luogo è stata modificata radicalmente la norma transitoria. Con la nuova formulazione gli organismi provvisori verranno introdotti solo a fronte della costituzione di nuove comunità montane o in presenza di rilevanti cambiamenti nella composizione pari al 50% più uno del numero di comuni.
In altri termini, si prevede che saranno in linea di massima le attuali comunità montane a definire sia il nuovo assetto territoriale che quello istituzionale e statutario, in modo da rispettare la scadenza amministrativa del 2004, mettendo le comunità montane nella condizione di potersi rinnovare sulla base della nuova legislazione regionale e dei nuovi statuti.
Rimangono aperti alcuni problemi che ci auguriamo vengano affrontati e risolti in sede di consiglio sulla base di emendamenti che verranno presentati. In particolare si ritiene necessario non limitare a comuni limitrofi di soli 2000 abitanti la possibilità di poter essere inclusi nelle comunità montane. Inoltre va riesaminato il problema della ricaduta dei benefici economici per alcuni comuni (pensiamo a Sondrio e Lecco) che risultano esclusi in base alla normativa nazionale e penalizzati sotto il profilo economico.
Con il voto di astensione abbiamo voluto rimarcare il valore di alcuni cambiamenti introdotti ed al tempo stesso l’esigenza di poter introdurre ulteriori modifiche in modo da migliorare decisamente il testo.
In particolare non ci risulta accoglibile il criterio di silenzio assenso che viene previsto per il consiglio regionale sulla decisione dei nuovi azzonamenti, perchè introduce un principio di ordine generale che vedrebbe condizionato in modo accettabile il consiglio stesso da parte della giunta.

Daniele Marantelli
Claudio Bragaglio
Consiglieri regionali DS

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Pubblicato il 15 Marzo 2002
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